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Questo articolo è stato pubblicato il 30 novembre 2012 alle ore 16:11.

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Un tutto esaurito che arriva con 75 anni di ritardo, ma consente comunque alla storia di prendersi una significativa rivincita.
Era il 1937, quando Aldo Finzi - quarantenne avvocato di professione, ma anche affermato musicista - presentò l'opera lirica "La serenata al vento" (con libretto di Carlo Veneziani) per partecipare a un concorso indetto dal Teatro alla Scala: l'inedito premiato dalla giuria sarebbe stato rappresentato l'anno seguente.

Finzi ricevette la confidenza di un giurato (il maestro Riccardo Pick-Mangiagalli, allora direttore del Conservatorio di Milano), che anticipò quello che doveva essere il verdetto ufficiale e si congratulò con lui come vincitore del concorso. Ma quel verdetto non arrivò mai e il premio non venne assegnato, come se nessuna opera ne fosse degna.
L'unica spiegazione plausibile rimane un ormai chiaro orientamento del regime fascista, che nel 1938 culminerà nell'emanazione delle leggi razziali. Finzi, ebreo, non ricevette alcun riconoscimento e da allora, pur continuando a comporre, dovette fronteggiare ben altre preoccupazioni. Riuscì a evitare, per sé e la sua famiglia, i campi di concentramento, ma morì a soli 48 anni, nel febbraio del 1945. «Fate eseguire la mia musica» chiese al figlio Bruno, allora ventenne, e alla moglie.

Un desiderio che è stato esaudito progressivamente, nel corso degli anni, per una serie di casi sui quali Bruno Finzi, che adesso ha 87 anni, si interroga. Sembra che quella musica - grazie alla tenacia degli eredi, tra cui Aldo Finzi, figlio di Bruno, ma anche alla mano benevola del destino - abbia trovato i percorsi per fluire, per venire alla luce. Dai brani da camera a quelli sinfonici, la riscoperta è andata avanti conquistando, tra gli altri, anche un artista che ama le contaminazioni come Franco Battiato. Rimaneva da mettere in scena quell'opera lirica giocosa, "La serenata al vento": l'impresa più ardua, anche a causa dei costi.
L'entusiasmo di Cristiano Ostinelli, general manager della Casa Ricordi, si è incontrato con una serie di disponibilità. La Regione Lombardia è diventata sponsor dell'iniziativa, alla quale hanno aderito anche la "Jerusalem Foundation", l'Accademia delle Opere, e, per quanto riguarda tutti i materiali di scena, dai costumi ai gioielli, i giovani allievi del Centro di formazione professionale Galdus di Milano.

Il momento è arrivato. Il 1° dicembre, alle 20,30, il Teatro Donizetti di Bergamo, esaurito in ogni ordine di posti, ospiterà la prima assoluta dell'opera. La regia è di Otello Cenci. Undici i cantanti sulla scena, tutti solisti russi ora residenti in Israele, mentre la musica sarà eseguita da un'orchestra "mista" di circa 80 elementi: a dirigerla Diego Montrone, direttore artistico dell'Accademia delle Opere, con strumentisti di questa formazione e dello stesso "Donizetti".
Il cerchio, a questo punto, si chiude: su il sipario.

«La serenata al vento» (con libretto di Carlo Veneziani)
Bergamo - Teatro Donizetti
1 dicembre 2012
www.aldo-finzi.com
www.serenatalvento.org

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