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Questo articolo è stato pubblicato il 04 dicembre 2012 alle ore 11:50.

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«Benedette foto». Così scriveva Carmelo Bene, nelle pagine della sua prima autobiografia, riferendosi ad alcuni scatti realizzati da Claudio Abate. Proprio quelle immagini, infatti, lo avevano provvidenzialmente scagionato dalle accuse di oltraggio nelle quali era incappato durante la rocambolesca rappresentazione di "Cristo 63". Opera andata in scena una sola volta, al Teatro Laboratorio di Roma, che aveva suscitato grande scandalo e che, alla fine, era stata interrotta da un'irruzione della polizia.

Quegli scatti, che quasi 50 anni fa permisero l'assoluzione dell'artista, sono oggi esposti a Roma nella mostra intitolata "Benedette foto! Carmelo Bene visto da Claudio Abate". La galleria, allestita a Palazzo delle Esposizioni, propone un percorso fatto di circa 120 fotografie, in bianco e nero e a colori, realizzate in un arco temporale lungo dieci anni, che va dal 1963 al 1973.

Sono immagini che mostrano il debutto ( e talvolta anche le prove) di una serie di spettacoli teatrali tra i quali, oltre naturalmente a "Cristo 63", "Faust o Margherita", "Pinocchio '66", "Nostra Signora dei Turchi", "Salvatore Giuliano. Vita di una rosa rossa", "Don Chisciotte" e "Salomè". Tutte opere delle quali le foto di Abate (in gran parte inedite) rimangono l'unica testimonianza visiva a tanti anni di distanza.

Fotografie che, del teatro di Carmelo Bene, fissano le figure e gli oggetti in relazione allo spazio, offrendo una documentazione visiva degli elementi ritenuti fondamentali dall'autore in questi suoi primi spettacoli. Come, per esempio, alcune invenzioni destinate a divenire famose: le luci, l'importanza rivestita dai costumi ma anche alcuni trucchi, come quello, più volte adottato, delle maschere mosaicate di bigiotteria. Ma soprattutto le immagini di Abate, come scrive Jean-Paul Manganaro nel catalogo della mostra, testimoniano quegli istanti particolari nei quali l'artista « ha assunto la potenza delle sue decisioni sceniche». E permettono di percepire «l'eccezionalità di un teatro o di una scena come locus solus dell'attore in cui vibrano già le forme, le luci e le ombre che saranno sempre quelle di Carmelo Bene, riproposte come programma di rielaborazione e ricerca costanti».

Per questo l'esposizione riveste un significato particolare e diventa un vero e proprio omaggio all'arte dell'attore e regista salentino, a dieci anni dalla sua scomparsa. Un viaggio nel teatro di Carmelo Bene che si chiude con le foto di scena scattate durante le riprese del lungometraggio "Salomè", tutte a colori, che sottolineano con forza quella che per l'autore è stata «la scommessa del colore, della luce».

Claudio Abate
"Benedette foto! Carmelo Bene visto da Claudio Abate".Roma, Palazzo delle Esposizioni. Dal 4 dicembre 2012 al 3 febbraio 2013.
Orari: domenica, martedì, mercoledì e giovedì: dalle 10.00 alle 20.00. Venerdì e sabato: dalle 10.00 alle 22.30. Lunedì chiuso

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