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Questo articolo è stato pubblicato il 13 dicembre 2012 alle ore 15:24.

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Nostalghia - Casa RussiaNostalghia - Casa Russia

Cinquanta disegni mai esposti di Andrej Tarkovskij, foto di scena, immagini del regista, raccontano a Firenze le case di Tarkovskij. Si tratta dei disegni che Tarkovskij stesso elabora per i progetti della sue case in Russia prima del 1980 e, dopo l'esilio, in Italia, un tema centrale per capire la poetica di uno dei protagonisti cinematografici del Novecento.

Oltre cinquanta disegni inediti custoditi dal figlio in quell'archivio Andrej Tarkoskij, costituito a Firenze nell'appartamento all'ultimo piano di un palazzo storico in via San Niccolò, la rive gauche fiorentina, dove il celebre regista abitò negli ultimi anni.

Sono loro i protagonisti dell'esposizione "Le case di Andrej Tarkovskij", in corso fino al 19 dicembre nello spazio che la facoltà di architettura del capoluogo toscano ha dedicato alla contemporaneità. Un'occasione unica per carpire un ulteriore frammento della poetica del regista. Infinita, profonda, unitaria, scandita dal suo senso religioso della vita, dal suo sguardo trascendente verso l'assoluto. Quelle case sono un'unica casa, la memoria della casa materna, dunque la madre, capace di custodire e trasmettere.

Se si fonde la dolente vicenda esistenziale di Tarkovskji all'intensità poetica della sua arte, sono solo emozione forti in questo viaggio nel suo universo. I disegni, esposti per la prima volta al pubblico, praticamente sconosciuti, sono accompagnati da quaranta fotografie di scena da suoi film focalizzati sul tema della casa. Oltre ad alcuni scatti che mostrano Tarkovskij in persona, al lavoro per costruire la rimessa della casa in Russia, quella a cui dette fuoco ne «Lo specchio», a citare l'incendio che distrusse l'abitazione di Myasnoe, in campagna, trecento chilometri da Mosca.

Il regista, già perseguitato dal regime, l'aveva acquista nel 1970 per ritirarcisi. «Mio padre in quel momento era un uomo felice», testimonia il figlio Andrej. Scriveva infatti il regista: «Ora niente mi fa più paura: se non mi daranno più da lavorare, me ne starò in campagna ad allevare i maialini, le oche, a curare l'orto e li manderò tutti al diavolo!» In pessime condizioni, la sistema, l'amplia, ci fa la rimessa, tutto sul modello di quella casa della propria infanzia che sarà protagonista, nel '74, de «Lo specchio». I disegni documentano l'iter di un Tarkovskij che scava nella memoria per quel suo progetto di casa, quella matrioska che contiene tutte le case, la casa della propria infanzia che si ripete mutando. Appena terminata, l'abitazione verrà distrutta da un incendio, il figlio testimonia che mai si è capito se fosse doloso o meno. Ciononostante, Tarkovskij l'edificherà di nuovo.

Poi l'incontro con l'Italia, nel 1983, dove giunge per girare «Nostalghia». Dalla casa russa non se ne separa mai, se la porta dentro, la ritrova anche in Toscana. Qui acquisisce nell'86 un terreno nello splendido territorio di Roccalbegna, in Maremma. Il Comune lo accoglie a braccia aperte, Tarkovskji era ormai un esule a tutti gli effetti, deciso a restare in Italia e non tornare più in patria. Non contento del progetto che gli avevano proposto gli architetti Reinhart e Reichlin, si trasformerà nuovamente in progettista.

Disegnando una casa russa che trasuda quel linguaggio toscano ormai interiorizzato, "la facciata è praticamente albertiana", testimonia il curatore della mostra Paolo Zermani. Come nei fotogrammi finali di "Nostalghia", dove la casa russa è inserita nella rovine della chiesa di San Galgano. E l'episodio forte della visita alla "Madonna del parto" di Piero della Francesca, col suo ventre gravido, la memoria custodita e manifestata in tempi e luoghi diversi. Purtroppo il progetto della casa di Roccalbegna non si concretizzerà, la malattia metterà fine alla vita del regista che, pur nella sofferenza, continuerà a coltivare il progetto di quella magione. Morirà il 29 dicembre 1986 a Parigi. Poche settimane prima di morire, ricorda il figlio, disegna sul diario con mano malferma la casa di Roccalbegna, annotandovi in russo: "La casa che non vedrò mai…".

In mostra anche le foto inedite firmate da Giovanni Chiaromonte, che ritraggono scorci dell'appartamento fiorentino quando ormai Tarkovskij non c'era più, rimaste bloccate così, quando anche per lui, parafrasando lo stesso Chiaromonte, nessuna stanza era più in grado di contenerne l'esistenza.

Le case di AndrejTarkovskij. Fotografie e disegni
Galleria dell'architettura italiana
Casa della finestra, Altana di Piazza Tasso
Firenze, fino al 19 Dicembre 2012.

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