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Questo articolo è stato pubblicato il 09 dicembre 2012 alle ore 08:17.

Pare che di questi tempi, per far bene il banchiere centrale, si debba conoscere l'opera di Johann Wolfgang von Goethe. Nei mesi scorsi, è scoppiata una dotta contesa fra il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, e quello della Banca centrale europea, Mario Draghi, a colpi di citazioni del figlio prediletto di Francoforte, non a caso la città dove le due istituzioni si fronteggiano.
Ha cominciato Weidmann, a metà settembre, sostenendo a un congresso di storici che «Goethe aveva già individuato 180 anni fa il cuore del problema della politica monetaria di oggi, basata sulla moneta cartacea», e ricordando che, nella seconda parte del Faust, Mefistofele risolve, apparentemente, ogni problema del debito semplicemente stampando moneta. «Colpisce - ha detto Weidmann - come Goethe faccia luce sull'intreccio potenzialmente pericoloso fra creazione di moneta, finanze pubbliche e inflazione». Facendo intendere un paragone non detto con le decisioni della Bce, da cui lui solo si è dissociato nel consiglio dell'Eurotower.
Nel duetto si è intromesso il sindaco di Francoforte, Peter Feldmann, spiegando ai convenuti per la copertura delle nuove torri della Bce (presente Weidmann, assente Draghi), che «Draghi non è Mefistofele». Poi lo stesso presidente della Bce, pur senza replicare al collega della Bundesbank, ha fatto sfoggio delle sue credenziali letterarie, citando in un discorso il Goethe del Wilhelm Meister e il suo elogio della partita doppia.
A questo punto è chiaro che il Goethe scrittore, nel dibattito sulle rive del Meno, non è che un pretesto per scoprire Goethe l'economista, Goethe l'investitore, Goethe il frequentatore e cliente di un circolo di banchieri, Goethe l'ammiratore degli imprenditori e, infine, il Goethe ministro delle Finanze del duca Carlo Augusto di Sassonia-Weimar-Eisenach. Un incarico che svolgerà dal 1782 fino al viaggio in Italia quattro anni dopo, rendendosi autore della Goethische Finanzreform, quello che oggi chiameremmo un programma di austerità e di conversione del debito. A Weimar, altro nome emblematico della storia dell'inflazione tedesca.
È di tutti questi aspetti della vita di Goethe che si occupa una mostra (Goethe e il denaro), curiosamente inaugurata proprio nei giorni della diatriba Weidmann-Draghi, alla Goethe-Haus, la casa natale dello scrittore, oggi trasformata in museo. Dove al centro della sala, simbolicamente, è esposta una piccola macchina per stampare i talleri. Il disegno originale è di proprietà, manco a dirlo, della Bundesbank.
L'esposizione ricostruisce non solo le conoscenze di Goethe in materia economica (Adam Smith figurava nella sua ricca biblioteca), ma anche il milieu della borghesia e della finanza di Francoforte, nel quale il giovane Goethe cresce (curiosi i libri contabili della mamma Catharina Elizabeth) e dove cominciano a sbocciare alcune delle dinastie bancarie che sopravvivono tuttora, dai Rothschild ai Metzler. Il Goethe finanziere, e poi investitore delle proprie royalties e delle attività di famiglia, si fa le ossa in un ambiente in cui anche le banche, occasionalmente, prendevano denari a prestito dai Goethe.
Meno conosciuta è la sua attività, ben illustrata alla Goethe-Haus, nell'economia reale, dedicata soprattutto alle miniere di Ilmenau, dove si estraevano rame e argento. Nella sua convinzione che la debole economia del Ducato andava risollevata grazie alla produzione, il ministro si fece promotore di una sorta di politica industriale.
Goethe e l'economia resteranno legati comunque soprattutto dalla "teoria monetaria" del Faust. Senza dimenticare tuttavia, come ammonisce l'ex guru della Bundesbank e della Bce Otmar Issing in uno degli studi del catalogo, che «l'inflazione non è opera del diavolo, ma delle persone, e del tipo di politiche che sono responsabili per la creazione di moneta». L'Eurotower è a due isolati dalla Goethe Haus. Il messaggio sarà arrivato fin lì.
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Goethe und das Geld, alla Goethe-Haus di Francoforte, fino al 30 dicembre 2012

a francoforte
Nella mostra, allestita nella casa natale di Goethe, si possono ammirare fino al 30 dicembre documenti, dipinti, edizioni rare delle opere di Goethe, monete, registri contabili della famiglia dell'autore. Ci sono anche supporti multimediali. La mostra è aperta al pubblico dalle 10 alle 18 dal lunedì al sabato, la domenica e nei giorni festivi dalle 10 alle 17.30. Il biglietto costa 5 euro. È possibile prenotare una visita guidata. Informazioni sul sito della mostra (www.goetheunddasgeld.com), o su quello della casa di Goethe (www.goethehaus-frankfurt.de)

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