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Questo articolo è stato pubblicato il 11 dicembre 2012 alle ore 08:42.
MILANO - La verità è che portare a teatro "Alice nel paese delle meraviglie" è rischioso, qualcosa che ha a che fare con il senso stesso di questa possibilità. Ma dirlo è già una trappola nella quale cadiamo. Un vortice, quello del non-senso, che ci trascina dritti dritti nel sottosuolo (underground, in omaggio al primo titolo del libro di Carrol) del paese delle meraviglie.
Eppure, lo spettacolo di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia è tutto realizzato "su", "sopra" un fondale neutro sul quale appaiono ininterrotte proiezioni animate di fattura mirabile e impatto stupefacente, frutto di mesi di lavoro degli autori, con le quali gli interpreti a loro volta interagiscono.
Viene in mente Gilles Deleuze, con la sua riflessione su Alice e un senso "che investe la superficie" delle cose (e non il dietro, o il sotto). E vengono in mente mille altre suggestioni, idee che affondano le radici nella nostra predisposizione a collegare, cucire, tentare di comprendere. Viene in mente, ma subito svanisce, sfatato da una battuta fulminante della protagonista: quello che davvero funziona, in questo spettacolo, è che seguirlo diverte, cattura. Abbiamo voglia di scoprire cosa ci riserva la scena successiva, accordando alla magia della visione la fiducia che da bambini concedevamo alle immagini misteriose, il cui incomprensibile grottesco ci incuriosiva.
Così l'allestimento (cartoon? Lanterna magica?) sa catturare, in un solo sguardo, un bambino di cinque anni che segue a bocca aperta l'ora e mezza della rappresentazione, e il pubblico serale degli adulti. Non è cosa da poco.
Il merito va anche a una riscrittura drammaturgica piuttosto radicale ma pur sempre rispettosa del senso del testo. Insomma, del senso... Ed ecco che si ricasca nella trappola delle parole che l'uovo Humpty Dumpty pretende di comandare.
Elena Russo Arman è un'attrice credibilissima nei panni di un personaggio "dall'età piuttosto scomoda" (e Francesco Frongia ci ha spiegato che si deve proprio a questa idea di credibilità lo spunto originale di "questa" Alice). Ferdinando Bruni, Ida Marinelli e Matteo Mojana fanno il caleidoscopio di tutti gli altri, recitando, cantando e sbucando all'improvviso da una quinta, da una proiezione, da un pertugio del magico fondale.
Alice Underground
da Lewis Carroll
uno spettacolo scritto, diretto e disegnato da Ferdinando Bruni e Francesco Frongia
scene e costumi di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia
direzione e arrangiamento delle canzoni Matteo De Mojana
con Elena Russo Arman [Alice],
Ida Marinelli [lo spazio, il piccione, la duchessa, il ghiro, il due di cuori, la capra dammelo, la regina bianca],
Ferdinando Bruni [il tempo, il bruco, il lacchè pesce, la cuoca, il gatto, il cappellaio matto, la regina rossa, il controllore, dimmelo, humpty dumpty, la voce dell'unicorno],
Matteo De Mojana [il coniglio bianco, il lacchè rana, la lepre marzolina, il sette di cuori, l'uomo di carta, il cavaliere bianco, l'unicorno]
luci di Nando Frigerio
suono e programmazione video Giuseppe Marzoli
produzione Teatro dell'Elfo
Al teatro dell'Elfo, Sala Fassbinder, fino al 31 dicembre
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