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Questo articolo è stato pubblicato il 12 dicembre 2012 alle ore 10:08.

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Il primo contatto importante con il pubblico italiano della divina flautista e vocalist americana Nicole Mitchell (ora sappiamo che l'aggettivo le è dovuto) avviene nel luglio 2009 a Perugia durante l'Umbria Jazz. In quell'edizione il programma annuncia "in residenza" per sei concerti l'Aacm Great Black Music Ensemble diretto da Mwata Bowden con il trombonista George Lewis in qualità di ospite illustre.

Si tratta di un gruppone di venti elementi che è espressione, come dice l'acronimo, dell'Association for the Advancemet of Creative Musicians fondata a Chicago nel 1965 da Muhal Richard Abrams. Nell'Ensemble, fra i solisti meno noti, si distinguono tre donne: la cantante Dee Alexander, la violoncellista Tomeka Reid e, appunto, Nicole Mitchell, adesso conosciute a livello internazionale. Tomeka fa parte dell'ottetto "Nicole Mitchell & Black Earth Ensemble" in programma domenica 16 dicembre alle ore 11 al Teatro Manzoni di Milano per la stagione di Aperitivo in Concerto, dedicata quest'anno all'afrocentrismo del Ventesimo secolo che ha caratterizzato gran parte della musica improvvisata americana dagli anni sessanta in poi.

L'ottetto allinea fra gli altri Hamid Drake alla batteria, attualmente il migliore al mondo, e il maliano Ballaké Sissoko, straordinario virtuoso della kora, l'arpa-liuto dell'Africa Occidentale. Al contrabbasso, nella prèmiere milanese, c'è Silvia Bolognesi.
Nicole ottiene un successo clamoroso in Italia nell'estate del 2010, durante un breve tour per il quale si esibisce alla rassegna jazz di Roccella Jonica e alla quinta edizione di MiTo Settembre Musica che si tiene a Milano e a Torino. È soprattutto Roccella, dove è in cartellone con il suo Indigo Trio (Harrison Bankhead contrabbasso, Hamid Drake batteria) che le decreta un trionfo memorabile: il trio è nello stesso tempo la rivelazione del festival, il complesso migliore, e la flautista riscuote ovazioni entusiastiche più di chiunque altro.

Gli Stati Uniti si erano accorti di lei già nel 2005, quando l'autorevole rivista musicale Down Beat l'aveva eletta "flautista emergente dell'anno", dando l'avvio a una serie di premi e di riconoscimenti prestigiosi per le sue doti, seguiti dal giudizio del giornalista musicale del Chicago Reader, Peter Margasak: «Nicole Mitchell è un'improvvisatrice avvincente con grande spirito e carica di determinazione. È un talento formidabile destinata a diventare uno dei più grandi flautisti viventi». Gli esperti italiani, dopo il 2010, non sono stati da meno. Scrive Enrico Bettinello che «responsabilità, identità, adesione della musica alla vita, femminilità e libertà sono tutti temi cari a Nicole che la flautista ci restituisce con emozionante immediatezza». E Gianni M. Gualberto afferma che «Mitchell è indiscutibilmente una fra le più grandi virtuose di flauto sulla scena mondiale. Straordinaria compositrice e leader affermata, artista di originalissima creatività, nella sua musica ricupera la spiritualità africana inserendola nel contesto improvvisativo della scena di Chicago da cui proviene».

Nicole nasce a Syracuse, nello stato di New York, il 17 febbraio 1967. Segue poi la famiglia in California dove studia musica fin da bambina rivelando una disposizione eccezionale. Nel 1990 si trasferisce a Chicago dove aderisce nel 1995 all'Aacm della quale diventa in breve co-leader: è la prima volta che una donna ottiene questa qualifica. Si afferma soprattutto come solista creativa di flauto nel jazz e nella musica contemporanea, come cantante e insegnante nonché direttrice di gruppi fondati da lei (il Trio Indigo, il Black Earth Ensemble, l'Ice Crystal Quartet Chicago) e nei concerti e nei dischi a suo nome. La sua ascesa non conosce più limiti. È chiamata a collaborazioni con importanti orchestre "senza confini", fra le quali la Chicago Sinfonietta e l'Orchestra da Camera del Maggio Musicale Fiorentino. La sua composizione più recente per improvvisatori, strumenti elettronici e orchestra da camera è Arc Of O. L'ascolto della performance di Nicole per Aperitivo in Concerto di Milano vale un viaggio anche da lontano.

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