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Questo articolo è stato pubblicato il 14 dicembre 2012 alle ore 13:43.

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Grande attrice. Ma non solo. Grande personalità, donna anticonformista che seppe imporre se stessa, il proprio modo di essere, spesso controcorrente, e che trasferì questo suo essere anche nell'abbigliamento, nello stile. Per poi divenire icona.

Katharine Hepburn è stata tutto questo: e, a distanza di quasi dieci anni dalla scomparsa, New York decide di dedicare all'attrice - ma pure, appunto, all'icona di stile - una mostra che comprende circa quaranta abiti di scena, ma anche del suo personale guardaroba, inclusi sette paia di quei pantaloni cachi che tanto amava. E poi accessori, foto, poster e locandine, lettere e copioni.

Non a caso l'esposizione (che si potrà ammirare fino al 12 gennaio presso la New York Public Library for Performing Arts, organizzata dal Kent State University Museum) si intitola "Katahrine Hepburn: dressed for stage and screen", ovvero ripercorre, attraverso gli abiti usati sia sul palcoscenico teatrale che sui set, la sua immensa carriera di interprete (unica attrice, tra l'altro, ad aver ricevuto quattro Oscar, senza contare le dodici nomination), che l'ha vista spaziare con grande successo tra generi e mezzi, non disdegnando la tv, e lavorando fino alla metà degli anni ‘90 (scomparve nel 2003 a 96 anni).

Ma, appunto, tratteggia anche quel suo andare oltre gli schemi, quel suo precorrere i tempi, indossando spesso e volentieri i pantaloni (ed anche l'allestimento esalta questo suo modo di essere, presentando in maniera ironica e inusuale questi indumenti), e non perdendo nulla in femminilità, ma anzi imponendo una nuova visione anche di questo termine, che sapesse unire e tradurre, anche nel vestire, una sensualità che partisse dalla testa. E tutto ciò si riflette nel modo di vestire, sia nella vita privata, sia in scena dove, pur in situazioni più tradizionali, anche a livello di costumi, si avverte una sua influenza, fosse anche solo nel modo di indossare questi abiti. Vestiti ai quali la Hepburn, dunque, con il suo stile conferiva sempre qualcosa di particolare. Il che si può apprezzare ancora meglio nell'ambito della mostra, visto che accanto agli abiti sono spesso proposte le foto tratte dai film o le locandine teatrali che si riferiscono alle stesse mises e che, dunque, accompagnano questo straordinario percorso, che è insieme artistico, storico, sociale, umano.

Si va dagli abiti di "Scandalo a Philadelphia", ai tessuti ricamati dei costumi de "Il lungo viaggio verso la notte" o della pièce "A matter of gravity", per proseguire con i vestiti de "La costola di Adamo", "Indovina chi viene a cena", "Sul lago dorato". Senza contare lo splendido abito da sposa in satin creato per un'altra opera teatrale, "The Lake", portata in scena negli anni ‘30.

"Ciò che le donne indossano oggi è stato incommensurabilmente influenzato dalla forza della personalità di Katharine Hepburn e dall'insistenza nell'indossare ciò che voleva", ha affermato la curatrice della mostra, Jean Druesedow, direttrice del Kent State University Museum ed autrice del volume pubblicato in contemporanea con l'esposizione e dedicato sempre alla Hepburn, "Rebel chic" (Skira Rizzoli).

"Katahrine Hepburn: dressed for stage and screen"
New York Public Library for Performing Arts, fino al 12 gennaio 2013
www.nypl.org

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