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Questo articolo è stato pubblicato il 16 dicembre 2012 alle ore 08:21.

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di Donata Marrazzo «Ho riempito la mia borsa di vernice nera di sherry, formaggio fresco (per la torta di albicocche della nonna), timo, basilico, foglie di alloro (per gli stufati esotici di Wendy, di cui un facsimile bolle in pentola proprio adesso), wafer dorati (che modo elegante di chiamare i cracker Ritz), mele e pere verdi. Cominciavo a chiedermi se non stavo diventando troppo felicemente, pesantemente pratica: invece di studiare Locke, per esempio, o di scrivere, mi metto a fare una torta di mele... E in questo stesso momento apro il diario benedetto di Virginia Woolf. Lei supera la depressione per un no di "Harper's" (nientemeno! - proprio non riesco a credere che anche i grandi siano stati rifiutati) tirando a lucido la cucina. E prepara merluzzo e salsicce. Dio la benedica. Sento che in qualche modo la mia vita è legata a lei». Sylvia Plath, poetessa, muore suicida nel febbraio del 1963 dopo aver scritto La campana di vetro, e versi memorabili. Appassionata di cucina, divideva le sue angosce quotidiane tra muffin e poesia. La sua ultima notte la trascorre ai fornelli. Prima compone una poesia per i due bambini, poi prepara la viennese Weichselcreme Torte. Sbattete lo zucchero con i tuorli. Tostate le mandorle tritate, montate a neve gli albumi. Sbriciolate i biscotti, unite gli ingredienti aggiungendo vaniglia, cannella, albumi, burro fuso. Imburrate una teglia. Versare il composto e cuocere a 180 gradi per 30 minuti. Servite con crema al burro, confettura di amarene, scaglie di cioccolato.
Ingredienti
6 uova, 100 g di zucchero, 80 g di mandorle in polvere, 60 g di biscotti secchi, 40 g di burro, vaniglia, cannella
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