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Questo articolo è stato pubblicato il 16 dicembre 2012 alle ore 08:21.

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di Davide Paolini È torrone nelle Langhe, in Barbagia, a Cremona, Benevento, l'Aquila e
nelle Marche; diventa "mandorlato" in Veneto, soprattutto a Cologna Veneta; cubbaita nella zona occidentale della Sicilia e giuggiulena nella parte orientale. Sono ricette di origine araba che si differenziano solo per il nome o per uno degli ingredienti (mandorle, nocciole, semi di sesamo) con eccezione del mandorlato che è a base di mandorle (oltre a miele, albume montato, zucchero). Cubbaita deriva dall'arabo gubbay (mandorlato) e giuggiulena da giolgiolan (sesamo).
In Sicilia viene usato anche il termine copata per il torrone duro in grossi
pani a base di nocciole. Come ogni giacimento gastronomico, le leggende d'origine sono controverse e fantasiose. Il torrone (dal latino: torreo, abbrustolire) c'è chi lo ritiene di origine sannita, chi araba e chi invece "creato" a Cremona per le nozze tra Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti nel 1441 dove venne presentato a forma del Torrazzo. Il mandorlato c'è chi lo fa risalire alla Serenissima, chi agli arabi e chi a Cologna Veneta, a metà del 1800, per mano di Italo Marani e Rocco Garzotto. Tutt'ora ci sono bravi produttori nelle varie regioni: Canelin di Visone (Al); Relanghe ad Alba; Fiorenzo Atzori di Ales (Or); Pruneddu di Tonata (Nu); Marciante di Siracusa; dolceria Bonajuto di Modica; Caffè Sicilia; Francucci di Camerino (Mc); Torronificio Di Iorio di Pietradafusi (Av); Palmerio di Guardiagrele; Scaldaferro di Dolo (Ve). Sine qua non.
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