Ecco le star del cinema che ci hanno emozionato nel 2012
In un cinema frammentato e a consumazione (troppo) veloce, il divo o la star, che dir si voglia, dura lo spazio di pochi giorni. Una classifica come questa, quindi, vuole cercare chi lascia dentro un'emozione forte e in qualche modo indelebile. Chi ha saputo rapirti, con il talento e il fascino.
di Boris Sollazzo
8. Carolina Crescentini

The Lithium Conspiracy. Segnatevi questo titolo. Il nuovo film di Davide Marengo, che dovrebbe arrivare a primavera, finalmente, nelle sale italiane – dopo il successo al Courmayeur Noir In Festival – ha tra i suoi punti di forza una Carolina Crescentini bastarda e dark lady sensualissima che fa sembrare la manager rampante di Generazione 1000 euro un'educanda. Attrice di grande talento che migliora un po' a ogni film che fa, ha dalla sua un'unicità, fisica e recitativa, che parte dagli occhi e finisce a una capacità di usare il corpo come elemento attivo dell'interpretazione e non solo come elemento estetico. Nel nudo per Montaldo ne L'industriale, così come nel sorriso fugace all'amante nello stesso film, c'è lo stesso charme, la stessa forza, la stessa eleganza.
Così come in Una famiglia perfetta quella attricetta apparentemente vacua, terza incomoda e un po' civetta, con il passare dei minuti assume un malinconico romanticismo, una dignità che la riscatta. Fino alla bellissima scena finale. Così Carolina Crescentini è allo stesso tempo un'interprete come raramente abbiamo visto in Italia – a volte quasi americana (vedi l'esordio per Brizzi), altre quasi europea dell'est (il Montaldo russo) – e una bellezza ipnotica, potentissima e camaleontica (da Cemento armato a Due partite, sa metter su pettinature e costumi come poche altre). A questo si aggiunge la rara arma dell'autoironia: quante altre avrebbero accettato, nella serie tv e nel film Boris, il ruolo della "cagna maledetta". Poche, bisogna essere molto brave per interpretare una pessima attrice. Nel festival valdostano è stata la madrina del Premio Zucca – Spirito Noir, riconoscimento letterario che lei ha subito sfruttato per cercare, nello sponsor e nella competizione, una sponda per giovani autori cinematografici e radiofonici.
Perché per una che è cresciuta studiando, che s'è fatta il Centro Sperimentale, e non venendo da un reality o da qualche pagina di gossip, per lei la meritocrazia e il puntare sui giovani è fondamentale. Si è divi anche così.The Lithium Conspiracy. Segnatevi questo titolo. Il nuovo film di Davide Marengo, che dovrebbe arrivare a primavera, finalmente, nelle sale italiane – dopo il successo al Courmayeur Noir In Festival – ha tra i suoi punti di forza una Carolina Crescentini bastarda e dark lady sensualissima che fa sembrare la manager rampante di Generazione 1000 euro un'educanda. Attrice di grande talento che migliora un po' a ogni film che fa, ha dalla sua un'unicità, fisica e recitativa, che parte dagli occhi e finisce a una capacità di usare il corpo come elemento attivo dell'interpretazione e non solo come elemento estetico. Nel nudo per Montaldo ne L'industriale, così come nel sorriso fugace all'amante nello stesso film, c'è lo stesso charme, la stessa forza, la stessa eleganza. Così come in Una famiglia perfetta quella attricetta apparentemente vacua, terza incomoda e un po' civetta, con il passare dei minuti assume un malinconico romanticismo, una dignità che la riscatta.
Fino alla bellissima scena finale. Così Carolina Crescentini è allo stesso tempo un'interprete come raramente abbiamo visto in Italia – a volte quasi americana (vedi l'esordio per Brizzi), altre quasi europea dell'est (il Montaldo russo) – e una bellezza ipnotica, potentissima e camaleontica (da Cemento armato a Due partite, sa metter su pettinature e costumi come poche altre). A questo si aggiunge la rara arma dell'autoironia: quante altre avrebbero accettato, nella serie tv e nel film Boris, il ruolo della "cagna maledetta". Poche, bisogna essere molto brave per interpretare una pessima attrice. Nel festival valdostano è stata la madrina del Premio Zucca – Spirito Noir, riconoscimento letterario che lei ha subito sfruttato per cercare, nello sponsor e nella competizione, una sponda per giovani autori cinematografici e radiofonici. Perché per una che è cresciuta studiando, che s'è fatta il Centro Sperimentale, e non venendo da un reality o da qualche pagina di gossip, per lei la meritocrazia e il puntare sui giovani è fondamentale. Si è divi anche così.
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