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Questo articolo è stato pubblicato il 05 gennaio 2013 alle ore 11:54.

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Petros Markaris (Olycom)Petros Markaris (Olycom)

ATENE - Per sapere chi ha "ucciso" l'economia greca che da sei anni è in recessione abbiamo pensato di andare a trovare lo scrittore che ha prodotto una trilogia sulla crisi ellenica. Petros Markaris ci aspetta al 17 di Via Agias Eirinis, seduto ai tavoli del Poems Crimes, Poesie e delitti, il caffè-libreria dove ai piani superiori ha sede la casa editrice che pubblica i suoi testi ad Atene. L'atmosfera è serena, i clienti entrano, sorseggiano una bevanda calda, sfogliano i libri esposti, scambiano quattro chiacchiere, passano alla cassa con i titoli acquistati. Siamo nel quartiere di Monastiraki, sotto la collina del Partenone.

«Il mio prossimo libro, che conclude la trilogia sulla crisi greca, si intitolerà «Pane, istruzione, libertà», che era lo slogan degli studenti che occuparono il Politecnico di Atene nel 1973 sotto la dittatura dei colonnelli, una protesta repressa nel sangue, una generazione chiamata appunto del Politecnico che dopo la fine del regime militare nel 1974 entrò in politica per realizzare quegli obiettivi», spiega Markaris.
«Penso che lo slogan di allora sia ancora attuale e che dà il senso degli obiettivi che quella generazione si era prefissata». Il testo già in vendita in Grecia, verrà edito in Italia, non appena finita la traduzione, come i due precedenti, da Bompiani.

Pensa che ci sia un rischio di ritorno alla dittatura in Grecia?
No, non c'è questo pericolo anche se abbiamo dei fenomeni preoccupanti come l'avanzata del partito nazista, ma la democrazia è ancora in funzione magari non come noi vorremmo, non nella qualità che vorremmo.

Come vivono le persone in Grecia?
Sono in una difficile situazione. La società greca è devastata, è in pessime condizioni. La gente è disperata, senza lavoro, soffre molto. La cosa peggiore è che non ci sono prospettive, non c'è speranza, non si vede la luce e questo peggiora la situazione. Se ci fosse qualche prospettiva allora la gente reagirebbe in qualche modo, invece sono tutti convinti che questa sofferenza sia senza fine.

Il Governo si dice ottimista sul futuro del paese. Che cosa ne pensa?
Ho visto questo ottimismo del governo negli ultimi tre anni ma non ha mai funzionato. Non vedo le cose dal punto di vista dei politici, la guardo dal punto di vista della gente media, e vedo che soffrono tutti. Il nonno dell'ex premier che si chiamava Iorghios Papandreou negli 60 disse: «I dati migliorano ma la gente soffre». Ecco cosa succede oggi in Grecia. Noi stiamo cercando di migliorare i conti ma la gente soffre.

Come uscire da questa situazione?
Non penso che ci sia una soluzione solo per la Grecia. Abbiamo bisogno di soluzioni radicali, i compromessi non bastano più. So che l'Europa è nata nei compromessi, e questo è ragionevole quando devi mettere daccordo 27 stati, ma ora questo approccio non basta più.

Quali errori sono stati fatti nellaffrontare la crisi?
Abbiamo identificato l'Europa con l'euro, mentre lEuropa è molto di più dell'euro. Solo che questo in più è stato messo da parte. Abbiamo messo da parte le culture, le storie, i valori. Abbiamo parlato solo di euro, ma non illudiamoci che sia questa l'Europa.

Pensa che il cancelliere tedesco Merkel abbia fatto qualche errore?
Dobbiamo condannare tutti quei politici che hanno preso le decisioni guardando ai costi politici della scelta. Tutti i politici in Europa hanno messo le priorità nazionali davanti a tutto. La priorità in molti paesi non è l'Europa ma l'interesse nazionale. I politici sono ancora dei politici nazionali.

Perché la crisi in Grecia è stata così dura? Per l'evasione fiscale come indica nel suo libro precedente? La trasformazione dei greci in drogati delle spese a credito come nel suo primo libro?
Noi abbiamo fatto una lunga serie di errori. Ci siamo considerati una nazione ricca e poi abbiamo creduto che il credito era parte del reddito, ma non era così. E ora subiamo le conseguenze di quell'errore. La Grecia è stata l'inizio della crisi, il caso peggiore, ma poi il contagio si è diffuso.

Qual è stata la causa della crisi?
La causa della disastro è stato il debito che ha distrutto le basi della nostra economia, attraverso i prestiti, e altri prestiti e altri prestiti ancora. Il punto di inizio della crisi furono le Olimpiadi del 2004 quando abbiamo avuto l'illusione che la Grecia fosse una nazione ricca. È stato l'inizio della fine. E tutti erano felici.

Dove la voce degli intellettuali europei in questa crisi?
Negli ultimi tre anni ho sentito molti politici, ma non ho sentito gli intellettuali, né gli accademici, mentre ho sentito molti economisti, così abbiamo finto con l'identificare l'Europa con l'euro.

È Syryza la soluzione della crisi?
No, poiché non ho ancora ascoltato da Syryza un piano ragionevole. Non c'è un vero piano. Stanno approfittando della disperazione della gente ma non hanno un piano per uscire dalla crisi.

Che pensa di Alba dorata?
Come Syryza è un estremo, cosi i neo nazisti di Alba dorata sono un altro estremo, ed entrambi usano la disperazione della gente ma senza offrire soluzioni.

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