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Questo articolo è stato pubblicato il 18 gennaio 2013 alle ore 18:48.

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Nelle ore in cui il Viagra diventa un generico, chiude il Mi-Sex. Dopo 18 anni. L'inventore, Zanetti: «Performance sempre uguali, non ci siamo saputi innovare». Appena raggiunta la maggiore età, dunque, una delle fiere nostrane del sesso più celebrate al mondo, chiude i battenti. Definitivamente. Ne danno il triste annuncio quattro pornostar italiane dop: Antonella Del Lago, Valentine Demy, Elena Grimaldi e Michelle Ferrari, le quali posano per una foto-ricordo dal sapore vagamente tintobrassiano. Il Mi-Sex era stato inaugurato nel 1994.

Un tempo preistorico, per il porno. Prima che internet ci inondasse di clip a loop rigorosamente free, era tutto diverso. Le emozioni pesavano di più. Lo spettacolo live aveva ancora fascino. All'inizio c'era la coda sin dal casello autostradale, in quello che un tempo fu il Palatrussardi dell'epoca yuppies. A ideare il Mi-Sex fu un giornalista. A decretarne la morte è stata la noia. Noia che pervade un intero settore. L'industria dell'hard è in crisi e si deve reinventare per non scomparire. Il porno non ha più successo? Non sembrerebbe proprio, visto che ogni settimana nel mondo s'inaugurano almeno quattro-cinque mostre d'arte a tematica erotica hard (o similhard). Ma non è questo il punto.

Qui si parla di sesso come professione, all'interno dell'industria dell'entertainment. In Italia, ad esempio, è stato l'anno funesto della scomparsa di Schicchi, il padre fondatore di tale business. L'elaborazione di questo lutto potrebbe durare molto a lungo. In un settore in cui la vita degli addetti viene consumata in fretta, il problema, quello vero, sono i film. Tutti li guardano, ma nessuno più si azzarda a farli. La gratuità del prodotto ne ha reso superflua la produzione. Allora prende piede la "prestazione" on demand. Difatti, la recessione ha colpito duro, ma l'unica realtà non toccata dalla crisi è stata finora l'industria della webcam. Uno dei pochi rami fiorenti del VM18, nato online, difficilmente piratabile, ma anch'esso a rischio oligopolizzazione.

Una major del genere, ad esempio, si chiama Adult Webmaster Empire e occupa quasi 900 mila modelle sparse in tutto il mondo. Tante di loro sono studentesse che cercano di pagarsi gli studi in un mercato che non offre altre opzioni di guadagno. Il fenomeno delle webcam è un'indicazione di come il porno potrebbe riciclarsi. Produrre contenuti gratuiti, e far soldi con la pubblicità.

È noto come per il marketing di molti prodotti, dalle auto di grossa cilindrata al cibo per single, l'hard mostri curve demografiche perfette per ogni tipo di campagna promozionale. Però nessuno alla fine la fa perché teme ripercussioni negative presso il pubblico generalista, tendenzialmente bacchettone (ma ormai non più). Il porno è finito? No, il porno ci sarà sempre, ma chi vorrà guadagnarci, dovrà cambiare modello d'impresa.

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