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Questo articolo è stato pubblicato il 25 gennaio 2013 alle ore 20:02.

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Il folle mondo in bilico di Spregerlburd e Ronconi conquista il PiccoloIl folle mondo in bilico di Spregerlburd e Ronconi conquista il Piccolo

La coreografia sconnessa di un'umanità bislacca s'inerpica in perpetua pendenza tra linguaggio trasversale e piani paralleli di vita e morte, scatenando " Il Panico" allo Strehler. L'evento nasce dalle affinità elettive tra due grandi teatranti: il talentuoso drammaturgo argentino Rafael Spregelburd e il geniale mago della scena Luca Ronconi. Il labirintico e diabolico testo è uno dei capitoli di "Eptalogia di Hyeronimus Bosch", Spregelburd dalle immagini seicentesche del pittore fiammingo trasmigra i sette peccati capitali ai nostri tempi, ritraendoli in prospettiva drammaturgica. Il panico nel terzo millennio corrisponde all'accidia, una paralisi miseramente umana, stato di atrofizzante paura di far fronte alle difficoltà della vita, che trasforma i grotteschi personaggi in fantocci smanianti, sempre sul punto di scivolare nel pavimento sghembo di un'esistenza basculante e senza appigli. Scritto nel 2001, durante il periodo più cupo della crisi economica argentina e le indelebili cicatrici dei tremendi guasti della dittatura, la commedia- tragedia con ironia scava a piene mani nei meandri di una società sfigurata e delirante, ma per carità non chiamiamola attualità, che giustamente l'autore argentino definisce: " la sorella scema della realtà" nella drammaturgia. Il mondo trascendente, apparentemente sospeso tra fiction e soap di altissimo livello linguistico e profondità di Spregelburd, ci appartiene visceralmente, senza tempo e certezze. Lo spettacolo suddiviso in sette scene che scorrono lungo tre ore (talmente dinamiche e straordinarie da non stancare) ha un impianto scenico perfetto. La scenografia abbacinante e traversa di Marco Rossi è realizzata con agevoli teli di carta bianchi mobili, che all'occorrenza mutano sfumatura cromatica con le luci di AJ Weissbard, i costumi di Gianluca Sbicca ammiccano alle atmosfere anni ‘50 delle telenovele sudamericane. La trama è un vero rompicapo, difficile da sintetizzare, per la quantità di sfumature e intrecci. Buenos Aires, tutto s'imbastisce dalla morte di Emilio, un grande Paolo Pierobon, che si aggira fantasma smemorato e inconsapevole tra i vivi, figlio adottivo e marito di Lourdes, più viziosa che vedova, della sempre più brava Maria Paiato, anche madre di Guido, il confuso sessuale di Fabrizio Falco e di Jessica, la sperduta di Francesca Ciocchetti. La famigliola ha un problema enorme: trovare la chiave della cassetta di sicurezza dove Emilio custodiva i loro beni. Da qui inizia un guazzabuglio d'intricate vicende, dove incontriamo una babele di personaggi strampalati e tragicomici: l'agente immobiliare scalcinata di Iaia Forte, lo psicanalista che vede la follia capitalista come mero adattamento di Riccardo Bini, la cinica direttrice di banca di Alvia Reale, un improbabile corpo di ballo inerte capitanato da una bizzarra coreografa, altra morta vivente, di Manuela Mandracchia, la sciroccata ballerina di Valeria Millo, la disperata solleticante sensitiva di Sandra Toffolati, la ridondante amante di Emilio di Elena Ghiaurov. La chiave esistenziale (quella metallica finisce non riconosciuta nella spazzatura), in un crescendo folle, inquietante e disperatamente spassoso, la troveremo alla fine, grazie alla luciferina bamboletta Chucky e le filosofiche rivelazioni del fantomatico Libro dei morti egizio. Un cast di sedici attori (tredici donne e tre uomini) tutti bravissimi ed empatici, superbamente diretti da Luca Ronconi in stato di grazia speciale che all'alba dei suoi ottanta anni (li compirà l'8 marzo), firma una regia mozzafiato dalla creatività spiazzante. Chapeau maestro! Da non perdere assolutamente.

«Il Panico»
di Rafael Spregelburd, traduzione di Manuela Cherubini. Regia di Luca Ronconi. Scene di Marco Rossi. Costumi di Gianluca Sbiccia. Luci di AJ Weissbard. Suono di Hubert Westkemper. Interpreti in ordine alfabetico: Riccardo Bini, Francesca Ciocchetti, Clio Cipolletta, Fabrizio Falco, Iaia Forte, Elena Ghiaurov, Lucrezia Guidone, Manuela Mandracchia, Valeria Milillo, Maria Paiato, Maria Pilar Perez Aspa, Valentina Picello, Paolo Pierobon, Alvia Reale, Bruna Rossi, Sandra Toffolati. Foto di scena di Luigi La Selva. Produzione Piccolo Teatro di Milano- Teatri d'Europa. Durata tre ore e venti minuti compreso intervallo.
In scena fino al 10 febbraio al Piccolo Teatro Strehler- Milano

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