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Questo articolo è stato pubblicato il 26 gennaio 2013 alle ore 14:04.
A Berlino (in concorso) non c'è spazio per l'Italia: se soltanto un anno fa i fratelli Taviani trionfavano grazie a «Cesare deve morire», in questa nuova edizione del blasonato festival tedesco, in programma dal 7 al 17 febbraio, nessuna pellicola italiana concorrerà per il premio più ambito.
Il cinema di casa nostra, salvo sorprese dell'ultima ora, verrà rappresentato da due titoli in programma fuori concorso: «La migliore offerta» di Giuseppe Tornatore, uscito in sala a inizio gennaio, e «Materia Oscura» di Massimo D'Anolfi e Martina Parenti. Quest'ultimo, proposto all'interno della sezione Forum, è un documentario che racconta un luogo di guerra in tempo di pace: il Poligono Sperimentale del Salto di Quirra in Sardegna, dove per oltre cinquant'anni i governi di tutto il mondo hanno testato "armi nuove" e dove il governo italiano ha fatto brillare i vecchi arsenali militari.
In concorso, saranno diciannove i titoli pronti a contendersi il prestigioso Orso d'oro: tra questi catalizza l'attenzione «Closed Curtain» dell'iraniano Jafar Panahi, autore condannato nel dicembre 2010 a sei anni di reclusione per aver protestato contro il regime del suo paese. Il film è co-diretto con Kambuzia Partovi, sceneggiatore che aveva realizzato lo script di uno dei lavori più noti di Panahi: «Il cerchio» (2000).
Particolarmente nutrita la presenza statunitense in concorso: quattro titoli, tra cui svettano le opere di Gus Van Sant («Promised Land», con Matt Damon) e di Steven Soderbergh («Side Effects», con Rooney Mara e Channing Tatum).
Per quanto riguarda il cinema europeo, i più attesi sono «Camille Claudel 1915» del francese Bruno Dumont, con protagonista Juliette Binoche, «An Episode in the Life of an Iron Picker» del bosniaco Danis Tanovic e «Paradise: Hope», ultimo capitolo della trilogia sul "paradiso" diretta dall'austriaco Ulrich Seidl.
Possibili outsider per i riconoscimenti principali: l'indipendente americano David Gordon Green, il cui «Prince Avalanche» ha raccolto molti consensi al Sundance Film Festival, e il sudcoreano Hong Sang-soo con «Nobody's Daughter Haewon».
Il vincitore verrà decretato da una giuria capitanata da Wong Kar-Wai, autore di pellicole come «Ashes of Time» (1994) e «In the Mood for Love» (2000). La sua ultima fatica, «The Grandmasters», incentrata sulla vita di Yip Man (maestro di Bruce Lee) sarà il grande evento della Berlinale 2013: il film, naturalmente non in lizza per i premi, è stato infatti scelto come titolo d'apertura della manifestazione.
Tra gli altri nomi più rilevanti delle sezioni fuori concorso, troviamo Tom Hooper con «Les Misérables», Richard Linklater con «Before Midnight», Billie August con «Night Train to Lisbon» e Michael Winterbottom con «The Look of Love».
Particolare curiosità, inoltre, per «The Croods» della Dreamworks Animation e per «Dark Blood» di George Sluizer, film (datato 1993) incompiuto per la prematura scomparsa del protagonista River Phoenix e ora finalmente completato.
Il cinema a stelle e strisce spicca anche nella sezione Panorama, dove troviamo «Don Jon's Addiction», esordio dietro la macchina da presa dell'attore Joseph Gordon-Levitt, «Frances Ha» di Noah Baumbach (regista de «Il calamaro e la balena»), «Interior. Leather Bar.» di James Franco e Travis Mathews, «Upstream Colour» di Shane Carruth e «Lovelace» della coppia Jeffrey Friedman-Rob Epstein, con Amanda Seyfried nei panni della star di «Gola profonda».
In conclusione, da segnalare che per il settimo anno consecutivo verrà allestita all'interno della Berlinale la sezione parallela Culinary Cinema, dedicata al cibo e all'ambiente. Contrariamente a quanto avvenuto per il concorso principale, tra i sedici lavori scelti all'interno di questa rassegna vi sono ben due documentari provenienti dall'Italia, «Couscous Island» di Francesco Amato e Stefano Scarafia e «Slow Food Story» di Stefano Sardo con Carlo Petrini, giornalista e fondatore del movimento culturale Slow Food.
Berlinale 2013
7-17 febbraio
www.berlinale.de/
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