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Questo articolo è stato pubblicato il 27 gennaio 2013 alle ore 08:17.

io è come il mare: sorregge chi gli si abbandona.
La pagina del diario segna la data 14 dicembre 1943. L'autore era poco più che trentenne e iniziava un percorso personale schivo e ritirato, costellato dai rifiuti che sistematicamente i suoi scritti ricevevano da parte degli editori. L'approdo finale, trent'anni dopo nel 1973, fu nel porto oscuro del suicidio. Molti avranno riconosciuto in questo breve profilo la vicenda di Guido Morselli.
Un autore spesso coinvolto nella tela degli interrogativi religiosi (emblematico il saggio Fede e critica) e attraversato da fremiti mistici, come nella riga del suo diario da noi citata. Il nuotatore principiante si agita e rischia di affondare; l'esperto si abbandona lieve, galleggia e fin riposa in quel grembo immenso. La fede ha un aspetto radicale di fiducia e di abbandono. E Julien Green continuava così: «Quando si dà la mano a Dio, egli non lascia tanto facilmente la presa».
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