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Questo articolo è stato pubblicato il 27 gennaio 2013 alle ore 08:21.

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Il mondo offeso di Elio Vittorini vive ai confini della memoria nel suo viaggio verso l'isola arcaica, una «piccola Sicilia ammonticchiata di nespoli e tegole e rumore di torrente». Con la musica delle zampogne che sale nell'aria, «perfettamente nuvola o neve». O «cicale scoppiate al sole». In treno da Milano a Siracusa, il tipografo Silvestro torna alla sua infanzia. Nello scompartimento una galleria di personaggi umili gli scuote la coscienza, «in cerca di doveri più grandi»: parte da qui Conversazione in Sicilia, un capolavoro letterario che è anche opera politica contro il fascismo, surreale, simbolica, a tratti verista.

È ora di pranzo quando Silvestro ritrova la madre in una di quelle «case cantoniere schiacciate a terra dalla solitudine». «Signora Concezione, dissi». E una donna alta con i capelli castani e il mento duro apparve nella stanza. In cucina un'aringa cuoceva sul braciere: profumo d'infanzia, come quello della minestra di fave e cardi o delle lenticchie con cipolla e pomodori secchi. Affiorano a tavola tutti i sapori buoni di un tempo: anche le chiocciole con la cicoria dove «tutto il gusto è a succhiare il guscio…», i mostaccioli di fichidindia, la mostarda. La ricetta della zuppa di fave e cardi prescrive di lessare le fave e passarle al setaccio con l'acqua di cottura. Preparate un soffritto con olio e cipolla, unitevi la purea. Lessate con poco sale i cardi, tagliateli a strisce sottili e mescolateli alle fave, aggiungendo brodo vegetale o di manzo.

Ingredienti
500 gr. di fave,
1 kg. di cardi,
mezzo bicchiere di olio d'oliva,
1 cipolla,
brodo, sale, pepe

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