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Questo articolo è stato pubblicato il 01 febbraio 2013 alle ore 10:41.

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(foto Roberto Salgo)(foto Roberto Salgo)

Impatto deflagrante, lamiere accartocciate, sul palcoscenico del Parenti si denudano due anime scorticate. " Qui e Ora", s'interrompe il girotondo esistenziale di due centauri da strapazzo, franati sul brecciolino impietoso di un luogo qualunque della periferia romana. Feroce e disincantato testo di Mattia Torre che, con linguaggio caustico e sofisticatamente contemporaneo in settanta minuti concentra, firmando anche la ritmata regia in presa diretta, la sordidezza e la polverizzazione morale dei nostri comportamenti quotidiani, i guasti di una società ottenebrata da rabbia inconcludente e intemperante violenza. Il taglio drammaturgico e registico è scomodo, nessun filtro o concessione.

Due tizi acciaccati e schiantati al suolo si fronteggiano in un match all'ultimo respiro, entrambi vittime e carnefici impantanati nella loro inadeguatezza e menefreghismo. Fratello contro fratello, in una guerra metropolitana, purtroppo oggi abituale, dove l'altro diventa il nemico da soverchiare, dove la parola solidarietà è abolita dal vocabolario giornaliero, scene di patologica aberrazione cui siamo assuefatti.

E' il 2 giugno, festa della Repubblica, i soccorsi non arrivano, in un deserto beckettiano emergono i due mostri della porta accanto. Aurelio Sampieri, voce e corpo di Valerio Mastandrea, chef motivazionale della trasmissione Qui e Ora, arranca claudicando sulla scena dominata dal totem fumante dei due scooter aggrovigliati. Tuta ribalda e telefonino bollente, si accanisce gradasso con disgustoso cinismo contro i volontari del 118 e l'infortunato Claudio, Valerio Aprea. Il poveraccio, un disoccupato goffo e mammone, pesto e steso in terra, assiste attonito e alienato alle performance del cuoco rampante, che tra un insulto e l'altro, si cimenta anche in una diretta radio della trasmissione, compresa un'invettiva spassosissima contro l'odiata rucola. Il linguaggio è mordace, le battute si susseguono senza tregua, suscitano ilarità, si ride senza ritegno sul vandalismo verbale dei due, sulla carneficina di un mondo alla deriva. Incidentato, carbonizzato, annichilito, come i nostri due antieroi. In un crescendo di esplosiva cattiveria i ruoli s'invertono, ora è il serpentino Claudio a stendere al tappeto Aurelio, a prendersi la rivincita "palla al piede" e tenere le fila del duello fino al nocciolo dell'amaro e inatteso finale. Uno spettacolo senza sbavature, impeccabile meccanismo da bomba a orologeria, cadenzato alla perfezione dai due interpreti, empatici, complici, davvero bravi. Mastandrea recita con stile senza cesure e accademismi, Aprea lo spalleggia alla pari, con la sua inconfondibile espressività mimica.

"Qui e Ora" scritto e diretto da Mattia Torre. Scene di Beatrice Barbato. Costumi di Alessandro Lai. Luci Luca Barbati. Interpreti Valerio Mastandrea e Valerio Aprea. Produzione BAM Teatro. Durata '70 minuti. In scena fino al 3 gennaio al Teatro Franco Parenti- Milano
14 febbraio/3 marzo Teatro Ambra Jovinelli- Roma- 6 /10 marzo Teatro Morlacchi - Perugia

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