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Questo articolo è stato pubblicato il 29 gennaio 2013 alle ore 10:18.

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Brillanti in una spilla a cerchio, le mani assertivamente sovrapposte in avanti, un semplice vestito blu e i grigi capelli cotonatissimi. Beatrix Wilhelmina Armgard van Oranje-Nassau, più semplicemente Beatrice dei Paesi Bassi, (e non solo d'Olanda) è apparsa così ai suoi sudditi in uno dei momenti più difficili dei suoi trentatrè anni di regno. «Non abdico perché la funzione sarebbe troppo pesante ma perché sono convinta di doverla trasmettere ad una nuova generazione. Ho la massima fiducia in mio figlio». Una frase e due non detti a smentirla, et voilà, si cambia: il quarantacinquenne Willem Alexander sarà re dopo oltre un secolo di avvicendamenti al femminile (la regina Gueglielmina, sua nonna, e la madre Giuliana).

Ma torniamo ai non detti del discorso reale
Del figlio maggiore, che dalla primavera sarà regnante con il nome di Guglielmo Alessandro, il popolo ha imparato a conoscere le intemperanti prodezze giovanili, che tanto hanno impensierito la madre, con cui il rapporto si dice sia stato spesso burrascoso, oltre alle vicende del contrastato matrimonio con Máxima, la figlia di un membro della sanguinaria giunta militare al potere in Argentina, Jorge Horacio Zorreguieta Stefanini (anche se il padre della futura regina non pare essere stato coinvolto in fatti di sangue). I sudditi - e soprattutto gli Orange Nassau - non gradirono il fidanzamento e alle nozze il suocero del principe ereditario non potè partecipare per evitare l'avvitarsi della situazione. Un matrimonio molto contrastato dunque. Eppure niente a confronto con le proteste che gli olandesi inscenarono in occasione del matrimonio della stessa Beatrice, con il diplomatico tedesco Claus von Amsberg, che appartenne alla gioventù hitleriana. Gli olandesi protestarono al grido di "restituitemi la mia bicicletta", evocando simbolicamente le confische delle amatissime biciclette operate dai tedeschi durante l'occupazione nazista del paese. Ma il principe consorte, scomparso nel 2002, si fece poi molto amare.
Aspettiamo di vedere se la prossima regina Maxima saprà fare altrettanto.

Quanto all'altro non detto, per la regina forse il vero motore dell'abdicazione, è l'incidente occorso al principe cadetto Johan Friso, che il 17 febbraio scorso è rimasto sepolto sotto una valanga a Lech in Austria, mentre sciava fuoripista. Il coma profondo che lo costringe in una clinica londinese ha molto scosso Beatrice, che i sudditi sanno da allora impegnata al capezzale del figlio. E così la ricchissima sovrana con patrimonio valutato quasi 5 miliardi di dollari (ricchezze e certo gusto per lo "sfarzo" di corte che la stampa spesso le ha rimproverato, dopo le austerità della madre, l'adorata Giuliana, la regina che scorrazzava in bicicletta e che, abolito il titolo sovrano, si faceva chiamare semplicemente signora) potrà dedicarsi senza intralci di stato al figlio malato, rifuggendo la mondanità, che pure le piaceva. Come le piaceva l'Italia, anche se da noi, oltre alle vacanze, le cronache rammentano uno scandalo dal sapore molto nostrano.

La villa di proprietà reale "Elefante Felice", spledidamente adagiata in quel di Porto Ercole, nel 1999 vide rifiutarsi la domanda di condono edilizio, accogliendo il ricorso di Legambiente, che ottenne pure l'abbattimento delle recenzioni "no limits" che dalla villa si estendevano fino alla spiaggia, escludendo i villeggianti dall'arenile riservato alla reale privacy. Quelli dell'Argentario, più che la bici, rivolevano indietro "il seppur cafone" diritto a cibattar sull'arenile. Pur a rischio d'incidente diplomatico, la regina ebbe dunque il suo rifiuto.

Con l'abdicazione Beatrice, oltre che sovrana molto amata, madre e nonna amorevole, sarà finalmente padrona del suo tempo, e chissà se a questo punto il suo gesto farà scuola...
Dopo le reali dimissioni olandesi, in molti si chiedono se seguendo l'esempio dell'amica e collega d'Olanda, anche Elisabetta di Windsor, che ad aprile di anni ne compirà 87, vorrà pensionarsi. Anche la Gran Bretagna avrà un re? Per ora, e fino al 30 di aprile, giorno della festa nazionale e formalmente ultimo del regno, gli olandesi potranno ancora scendere in piazza al grido di "viva la regina", che, stando alle lingue maligne sugli affari dei principi ereditari, qui come in Inghilterra, sembra ancora risuonare meglio di "viva il re".

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