Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 31 gennaio 2013 alle ore 23:37.

My24

Nuovi spazi espositivi, a Venezia, significano coniugare la storia con il futuro, valorizzando il presente e la storia della città lagunare. È quello che accade nell'isola della Giudecca alla Casa dei Tre Oci, a distanza di quasi un anno dall'inaugurazione della sua prima mostra e di un secolo dalla sua costruzione. L'edificio non è una novità né un mistero, in quanto da sempre, durante le passeggiate lungo le zattere, o durante il passaggio in vaporetto nel canale della Giudecca, lasciandosi alle spalle il panorama magnifico e desolante della Marghera industriale e proseguendo verso bacino san Marco, voltandosi a destra si vede un palazzo diverso da tutti gli altri per conformazione. Infatti pare che sulla facciata abbia tre occhi: tre occhi ben spalancati sulla laguna e su Venezia, come a fissarla sempre attentamente.

Non è un caso dunque se la casa dei Tre Oci, oggi centro di ricerca e produzione culturale, ospiti oggi un'altra importante mostra fotografica: «Gianni Berengo Gardin. Storie di un fotografo». Tra vetrate e lampadari, porte lignee e travi, 130 fotografie, rigorosamente in bianco e nero, che vanno a comporre la più completa antologica di Gianni Berengo Gardin, maestro fotografo che abita il mondo e che ha visto la propria nascita professionale a Venezia e ivi spesso ancora scatta le sue fotografie.

Gli scatti in mostra, fino al 12 maggio, si snodano sui tre piani della Casa dei Tre Oci, un viaggio nel tempo, attraverso i decenni, raccontano le mode e gli abiti, un viaggio attraverso tante città, attraverso molti luoghi, gli ospedali psichiatrici i circoli, i caffè, attraverso le persone. Sembra quasi il mondo stia all'interno, tutto il mondo racchiuso tra queste immagini. Ma il mondo è anche fuori, quella laguna del canale della Giudecca che impertinente si riflette sulle fotografie, o forse sono le fotografie ad affacciarsi sulla laguna, a creare così un continuo universo di rimandi, quell'eterno scherzo dei riflessi tra acqua e vetri di questa città, l'amplificarsi infinito delle visioni.

Se ogni immagine è una storia, qui le storie raccontate sono 130, dove intersecazioni e i rimandi vanno a creare appunto un mondo intero. Perché Berengo Gardin mette in mostra l'umanità colta dallo scrutatore attento quale è, e posando il suo sguardo sul mondo ci restituisce così storie vere per immagini che formano un racconto dell'umanità.
Vedere gli scatti del 2012 di questo maestro, classe 1930, rincuora. E stupisce che ci sia ancora tanta poesia da cogliere lungo le strade del mondo, che il suo sguardo si preservi innamorato nel mondo, lui confessa «sono un professionista che fotografa con lo spirito di un dilettante e dunque l'amore per la fotografia c'è sempre e supera le brutture dei tempi».
Uscendo, si abbraccia con lo sguardo la luce e la nebbia, ma quelle immagini sono rimaste impresse per la grande bellezza e per la lunga storia che le accompagna. E se ne sente già la mancanza, l'assenza, che come diceva un altro grande maestro, il poeta Attilio Bertolucci, è «assenza più acuta presenza».

«Gianni Berengo Gardin. Storie di un fotografo»
Casa dei Tre Oci, Giudecca 43, Venezia
Dal 1 febbraio al 12 maggio 2013
Oraio: tutti i giorni 10.00 - 19.00 chiuso martedì
http://www.treoci.org/

Commenta la notizia

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi