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Questo articolo è stato pubblicato il 02 febbraio 2013 alle ore 10:13.

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«Israele reinventa il futuro» attraverso le fotografie, le installazioni, le architetture, i disegni, i video, in una parola, l'arte, di 24 artisti riuniti nella mostra Israel Now – Reinventing the Future , allestita al Macro Testaccio di Roma fino 17 marzo. I due padiglioni dell'ex mattatoio pulsano di vita artistica proveniente da uno Stato radicato nella storia e allo stesso tempo proiettato verso il domani grazie al progresso tecnologico. Le opere esposte codificano, attraverso i propri codici, l'essenza stessa di questa vitalità costituita da rappresentati di formazione e di generazioni diverse, veterani (Nahum Tevet, Michal Rovner, Yehudit Sasportas, Adi Nes ecc.) e non (Ofri Cnaani, Dani Gal, Karen Cytter), provenienti da grandi città e da piccoli kibbutzim.

Ventiquattro visioni che adottano tecniche differenti, ventiquattro espressioni di ricerca per dichiarare la spinta propulsiva di un luogo che comunque nutre dei dubbi nei confronti del futuro. Ognuno lo reinventa spesso partendo dal passato, come Lea Golda Holterman nella serie "Ortodox Eros" che propone uno sguardo alternativo e provocatorio del giudaismo e dell'ebraismo ortodosso. I suoi soggetti fotografati sono sovrapposti a personaggi della mitologia greca, della Bibbia o della storia dell'arte scardinando l'immagine stereotipata dell'ebreo ortodosso e donandole quasi sensualità. O come Yael Bartana che nella sua video-trilogia immagina il ritorno degli ebrei in Polonia dopo la seconda guerra mondiale, ridefinendo così il contesto sociopolitico.

E il passato ricodificato ci viene proposto anche dai dipinti di Meital Katz-Minerbo che mette in primo piano degli oggetti (tv, joystick, lampade, ecc) prodotti in tempi lontani e che diventano dei monumenti dedicati al futuro. Ora lo spazio viene lasciato a nuovi progetti. "Il futuro reinventato" nasconde anche delle paure: il video di Michal Rovner in cui appaiono dei flussi di batteri è inquietante, in realtà quelle forme rossastre in movimento sono uomini ripresi dall'alto che rappresentano i flussi caotici della nostra società. E la sensazione di ansia si prova osservando anche le istantanee di Michal Chebin e Adi Nes. Dietro la calma apparente dei giovani prigionieri russi e ucraini serpeggia un'aura di paura e incertezza, così come nei militari "patinati" di Nes, che sembrano in attesa di un domani migliore.

Israel Now - Reinventing the Future
Macro Testaccio, Roma
Dal 1°febbraio al 17 marzo
A cura di Micol Di Veroli

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