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Questo articolo è stato pubblicato il 02 febbraio 2013 alle ore 12:13.

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Non riuscirà a compiere 50 anni il Teatro San Babila di Milano, messo alle strette dalla sentenza con cui ieri il Tribunale ha decretato lo sfratto richiesto dalla proprietà dello stabile di corso Venezia, ovvero la Parrocchia di San Babila. Sentenza contro la quale sono insorti il direttore Gennaro D'Avanzo e il Comitato Spontaneo Pro Teatro San Babila il quale, forte anche dell'appoggio di alcuni tra gli attori che hanno calcato le scene dello storico teatro milanese (Anna Mazzamauro e Massimo Dapporto su tutti), ha anche creato una pagina Facebook. Obiettivo: raccogliere un numero di consensi tale da cambiare il triste destino che attende uno dei salotti della capitale lombarda, ormai giunto alla sua ultima stagione disorientando non solo i 3.200 abbonati ma gli amanti del teatro di tutt'Italia.

Costruito nel 1964 per volere dell'allora Cardinale Montini (che salirà al soglio pontificio con il nome di Paolo VI) è entrato da subito nel cuore dei milanesi. Non solo. Un sistema avanzato di traduzione simultanea ne ha fatto un centro all'avanguardia per congressi e riunioni.

Quella dello sfratto è una vertenza che si trascina dal 2009 ed è approdata in tribunale il 27 ottobre dell'anno dopo; la XIII Sezione del Tribunale Civile di Milano ha dato ragione alla TI.ESSE.BI srl, società che gestisce il Teatro, sancendo la validità del contratto sottoscritto nel 2002 e la scadenza dello stesso, confermata al 30 giugno del 2020. Ciò nonostante la Parrocchia di San Babila ha deciso di ricorrere in appello, ottenendo il ribaltamento della sentenza di primo grado.

Mentre Giorgio Albertazzi (fino a domani) anima i pomeriggi e le serate del teatro e il direttore Gennaro D'Avanzo lancia un appello al Sindaco Pisapia, si spengono lentamente le luci sul palco dal quale hanno recitato Nino Taranto, Rossella Falk, Ernesto Calindri e, in tempi più recenti, Paola Quattrini ed Erika Blanc e da dove le note di Verdi, Rossini, Puccini e molti altri hanno accompagnato uno dei pubblici più attenti della scena milanese.

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