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Questo articolo è stato pubblicato il 08 febbraio 2013 alle ore 17:48.

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L'eternità di Romeo e Giulietta all'ElfoL'eternità di Romeo e Giulietta all'Elfo

La loro fama travalica tempi e confini, la loro storia d'amore eterna e universale pur se mille volte raccontata suscita sempre consenso e commozione, stiamo parlando del mito immortale di "Romeo e Giulietta", il capolavoro shakespeariano torna in scena in una nuova edizione della fortunata traduzione e regia di Ferdinando Bruni all'Elfo Puccini.

Un allestimento elegantemente scabro ma ben saldo emotivamente, dove riconosciamo - anche se modernizzato e sveltito - il linguaggio poetico del Bardo, per nulla tradito dalla nitida trasposizione di Bruni, che ha profuso tutta la sua perizia e passione da teatrante di lungo corso, rinnovando Romeo e Giulietta senza cadere mai nei soliti stereotipi.

Un elogio particolare va all' impostazione per nulla sdolcinata, non ci sono idee balzane o avventate, bensì una lettura intelligente e senza sbavature di un classico esplorato da occhi contemporanei. In una Verona dai toni cromatici grigi, senza sfoggio delle bellezze architettoniche ma semplicemente ricordata e graffiata dalle efficaci scene tra archi e scale di Andrea Taddei, si dipana il tempo delle mele dei due giovanissimi amanti, innocenti vittime dell'odio sconsacrato tra le due famiglie di provenienza i famigerati Capuleti e Montecchi. Un livore cieco e insensato fra luci fioche e ombre lunghe che intralcia senza scampo la purezza dei sentimenti adolescenziali, il potere adulto che annichilisce trasformando la spensieratezza in obnubilante strage degli innocenti e tragedia mortale.

Un cast in parte giovane e coraggioso quello scelto da Bruni, che cambia a ogni riedizione, stavolta ad incarnare la beneamata Giulietta è la fremente Camilla Semino Favro, istintiva e genuina quintessenza della pubertà, con tutti i sensi spalancati verso il noviziato amoroso e sessuale. In tandem l' impulsivo Romeo del ventiduenne Alejandro Bruni Ocana, costretto nonostante la giovane età a scontrarsi con il dolore del distacco e della perdita, assassino smarrito nel magma della passione. Con loro lo spudorato e intenso Mercuzio di Alessandro Rugnone, con la sua morte suona la campana che fa virare verso il baratro.

I ruoli nodali del testo shakespeariano sono affidati a due attori storici dell'Elfo: la Balia è impersonata da un attrice del calibro di Ida Marinelli, perfetta in un altalena di toni dal comico allo struggente gestiti con estrema naturalezza, e il ruvido dall'anima generosa Frate Lorenzo del sempre bravo Luca Torraca. Ferdinando Bruni si ritaglia il ruolo antipatico di Capuleti Nicola Stravalaci è Montecchi e il servo cialtrone Pietro. " Romeo e Giulietta" di William Shakespeare traduzione e regia di Ferdinando Bruni. Scene di Andrea Taddei. Costumi di Ferdinando Bruni. Luci di Nando Frigerio. Suono di Giuseppe Marzoli. Maschere di Giovanni De Francesco. Produzione Teatro dell'Elfo in collaborazione con Estate Teatrale Veronese e Amat. In scena fino al 24 febbraio alla Sala Shakespeare Teatro Elfo Puccini- Milano

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