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Questo articolo è stato pubblicato il 07 febbraio 2013 alle ore 16:00.

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Doveva essere il Festival della par condicio fatta traballare dalle ironie friendly di Fabio Fazio e dalle incursioni hard di Luciana Littizzetto. «Via la politica dalla kermesse canora per eccellenza!», gridarono in molti nei mesi scorsi, tanto che qualcuno a viale Mazzini provò pure a far slittare l'evento di alcune settimane per aggirare i rischi.

Eppure, a una manciata di giorni dall'apertura delle danze, pare stia accadendo esattamente il contrario: è la politica a essersi impossessata di Sanremo. Tra teorie del complotto messe in circolazione da cantanti esclusi, politici che a Fazio gliele cantano e giornali di orientamento che suonano la grancassa delle polemiche. Non era mai accaduto, in sessantuno edizioni, che il gran Carnevale della canzonetta all'italiana cadesse a una settimana dalle elezioni politiche. Non a caso, nella conferenza stampa di presentazione, il direttore di Rai 1 Giancarlo Leone ha fatto appello al «buonsenso» degli artisti. E Fazio, con quell'inconfondibile appeal da prete bello, ha raccomandato «serenità». A giudicare le premesse, siamo sull'orlo di una crisi di nervi pre-elettorale. Comunque vada, sarà un esperimento massmediologico di successo.

Carlà fa infuriare i parenti delle vittime di Battisti
L'ultimo bersaglio a quanto pare è l'ex première dame prestata al cantautorato Carla Bruni: i familiari delle vittime di Cesare Battisti, terrorista dei Proletari armati per il comunismo latitante in Brasile, reputano la top model in pensione parte dell'intellighenzia francese che, negli ultimi anni, s'è opposta all'estradizione di Battisti. E chiedono pubblicamente a Fazio di rivolgere a Madame Sarkozy domande esplicite sul tema. Considerando la delicatezza della questione, forse non sarebbe stato il caso d'invitare Carlà, in specie a un Festival pre-elettorale. Considerando le doti canore della Nostra, forse non sarebbe stato il caso d'invitarla e basta.

Brunetta vuol sapere benefit e compensi
C'è poi chi fa i conti in tasca all'organizzazione. Renato Brunetta, coordinatore dei dipartimenti del Pdl, annuncia che «per non restare solo a guardare, con una lettera personale» ha chiesto «alla presidente della Rai, Anna Maria Tarantola, e al direttore generale, Luigi Gubitosi, di pubblicare sul sito web della Rai, e sui titoli di trasmissione, necessariamente prima e durante il prossimo Festival della canzone italiana, i costi e i compensi che l'azienda si è impegnata a riconoscere alla direzione artistica a quanti prenderanno parte alla trasmissione». La legge, secondo l'ex ministro della Pubblica amministrazione, «obbliga la Rai a essere trasparente sui compensi ai propri collaboratori».

Anna Oxa: «Io fuori per motivi politici»
La madre di tutte le polemiche dell'edizione ai nastri di partenza, però, è la sfuriata di Anna Oxa, eroina di tanti Sanremo. «Fino a poco prima della conferenza stampa di presentazione della kermesse – ha detto nei giorni scorsi la cantante - il mio brano era in gara. Poi c'è stata una litigata nella commissione del Festival ed è stato tolto. Io non me ne sto zitta a subire passivamente e lo dico». Secondo la Oxa quello di Fazio «non è un festival, è un sottoprodotto del primo maggio». Parole cui il presentatore ha risposto con un faziese: «Sanremo cerca di mettere insieme, non di estromettere. Fatico a capire Anna».

Le parolacce della Littizzetto «quotate» dai bookmaker
Secondo qualcuno, questo sarà in ogni caso il festival della fine del vallettismo: viene interpretata così la mancanza di una soubrette «classica» al fianco del presentatore, figura rimpiazzata dall'irriverente Littizzetto. Come dire: dalla «farfallina» di Belen alla «Iolanda» di Lucianina. A proposito: i bookmaker hanno quotato l'eventualità che, sul palco dell'Ariston, le scappi una parolaccia. Che, stando agli annunci della vigilia, non dovrebbe comunque avere a che fare con la politica. Che facciamo? Le crediamo?

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