Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 10 febbraio 2013 alle ore 19:41.

My24

Nel vecchio palazzo della Collection Lambert, ad Avignone, sono riunite le opere di circa 80 artisti di ieri e di oggi, ma anche chincaglierie varie, mobili e libri antichi, provenienti dalle altre sponde del Mediterraneo. Si tratta di un viaggio nell'animo di un oriente immaginato per secoli dagli occidentali: tra contraddizioni e doppi sensi assistiamo al ritratto di un rapporto che è al tempo stesso vigoroso e friabile. La mostra "Mirages d'Orient" è l'opportunità per un confronto, ma basta dar voce agli artisti arabi e il paradiso si frantuma quasi subito in inferno: Bashar al-Asad e signora, interpretati da Yan Pei-Ming in acquerelli giganteschi che sembrano sgocciolare le lacrime dai loro avversari, sono come minimo angoscianti.

È tornato a Tangeri per aprire la sua mostra, Matisse. A inghiottire colori chiari e nuovi. Twombly e Rauschenberg stanno cercando la stessa luce d'Africa. Paul Bowles l'ha appena trovata. Che ognuno di questi si ritrovi adesso qui, in siffatta location già capitale dello Stato Pontificio, accanto ai deliri orientalisti kitsch di un Cabanel o di un Lenoir, è il segno di un fascino universale, quasi palpabile, esercitato per secoli dalle trame esotiche di certe architetture, di certa gente, del loro modo di vestire, della loro energia sessuale. Tutto questo esiste ancora. Lo si ritrova ad esempio nel lavoro della fotografa Nan Goldin. Il palestinese Mona Hatoum ha intanto lanciato alcune granate. No panic. Si tratta di una riproduzione delle note armi esplosive, in cristallo e dai colori vivaci. E, che dire per quanto riguarda le donne velate fotografate o filmate da Shirin Neshat? Fuggono e ri-fuggono da un mondo che le imprigiona nei loro foschi chador. Cercano – e, a volte trovano - un contatto qualunque nel vecchio West.

Programmata precedentemente allo scoppio della cosiddetta primavera araba – e della guerra in Siria - la mostra finisce col risentirne il clima: un'incomprensibile coabitazione psicotica tra angoscia e illusione, promanata da tale impressionante evento storico ancora in corso (e dagli esiti incerti). Le rivolte infatti hanno interferito con la kermesse, portando con sé questioni socioeconomiche e geopolitiche che gli artisti sono stati ben attenti a cogliere costantemente. In questo senso i lavori delle femministe sono rivelatori. In ogni caso il curatore Mézil invita a volgere lo sguardo piuttosto verso il sentimento di attrazione-repulsione che per secoli ha nutrito gli occhi dell'Occidente verso quell'inesplicabile mondo che va almeno dal Marocco all'Iran, se non oltre. E l'esposizione segue felicemente il suddetto fil rouge. Per non perdersi nella traduzione bisogna, però, farsi incorporare nel meticciato estetico: gli artisti che vanno e vengono tra le culture, siano i benvenuti!

Concepita come una passeggiata attraverso le perle d'autore di un territorio complesso, questa mostra offre tragici indizi di un Oriente tanto fantasticato, quanto sovente forgiato a uso e consumo di una storia, passata e contemporanea, che ci riguarda troppo da vicino. Che il viaggio abbia inizio, dunque.

Mirages d'Orient, grenades et figues de barbarie
Chassé-croisé en Méditerranée
Collection Lambert, Avignon, France
Fino al 28 aprile 2013
A cura di Éric Mézil

www.collectionlambert.fr

Commenta la notizia

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi