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Questo articolo è stato pubblicato il 08 febbraio 2013 alle ore 17:48.

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Il 4 febbraio quindici persone vengono condannate all'ergastolo per tre omicidi. Non tre omicidi "qualunque" ma tre omicidi di mafia, anzi di ‘ndrangheta. Accade in Lombardia.
Il 5 febbraio il tribunale condanna persino, tra gli altri, un ex giudice del tribunale di Reggio Calabria. Anche questo accade in Lombardia.

I due episodi sono solo i più recenti. La parte più recente cioè di quanto succede da anni, quotidianamente, non nell'ultimo decennio, né nell'ultimo ventennio, ma almeno dagli anni cinquanta. Un'evoluzione raccontata con attenzione alterna. Il periodo che stiamo vivendo è sicuramente un periodo di attenzione mediatica alta. Nell'ultimo anno di ‘ndrangheta al Nord si è infatti scritto con una certa continuità. Spesso però il racconto si è, a proposito e giustamente, concentrato sull'enormità della cronaca. E' così mancato un tassello. Lo snodo per comprendere come è potuto succedere che la ‘ndrangheta sia penetrata così a fondo nella struttura produttiva della Lombardia, nelle imprese, nella pubblica amministrazione, nella società.

Questo tassello si chiama Buccinasco, perché Buccinasco è la "Platì" del Nord. E "Buccinasco – La ‘ndrangheta al Nord" è anche il titolo di un libro scritto da Nando Dalla Chiesa e da Martina Panzarasa. Nato da una tesi di ricerca, il libro è un'inchiesta storica che ricostruisce i passaggi di questa colonizzazione elaborando in questo modo un percorso di comprensione completo, al termine del quale, con le risposte e le spiegazioni, muterà pure il nostro sguardo rispetto a quanto osserviamo ogni giorno (come ad esempio, a lettura completata, guardare in modo neutro la massiccia cementificazione dell'hinterland milanese e non solo milanese?).

In questo sta la potenza del libro, nella capacità di mutare la nostra capacità di osservazioni, nel mettere in moto la macchina delle domande, nell'attivare connessioni. Senza avere il tono eccessivo e fuori misura di un certo giornalismo scandalistico (spesso autoreferenziale) il libro riesce, proprio per questo, a scandalizzarci nel profondo con il ritmo della ricostruzione storica e della trattazione scientifica. Così quanto ci svela è ancora più implacabile, quindi più scandaloso. Inconfutabile in quanto strutturato sul passo fermo della documentazione.

Buccinasco è il micro cosmo giusto modello da studiare. E' qui che si compie il paradosso del colonialismo rovesciato. "Si assiste – scrivono Dalla Chiesa e Panzarasa – quasi allibiti (intellettualmente, prima che moralmente) a un processo di colonizzazione in cui il ruolo di colonizzatori viene assunto da un gruppo di piccoli paesi a economia agropastorale. Africo, San Luca, Platì, Siderno, Locri, Bovalino, Melito Porto Salvo, Rosarno, Sinopoli…Sono questi comuni di poche migliaia di abitanti che assoggettano gradualmente territori vasti quanto una nazione; aree caratterizzate da un'economia progredita e da una ricca storia civile, oltre che dotate di una propria lunga rappresentanza politica ai vertici dello Stato, da Cavour, Minghetti e Depretis fino a Craxi, Prodi e Berlusconi…"

Ma Buccinasco, "un tempo niente piú che un piccolo gruppo di cascine", è il "vecchio" mondo da cui ricominciare. Racconta il collaboratore di giustizia Saverio Morabito: "Mio padre ci aspettava, aveva riunito la famiglia, ci aveva portati a Buccinasco che all'epoca si chiamava Romano Banco: quattro case, non come Platì, ma quasi. Ho capito in fretta che non era proprio un mondo nuovo quello che andavamo a scoprire". La campagna di Buccinasco, gli "orti", è la medesima appena abbondanata, in più può essere "conquistata", diventare il punto di partenza di un nuovo tesoretto, di una nuova accumulazione. E' cominciato tutto così, lontano, molto lontano nel tempo.

Buccinasco. La 'ndrangheta al nord
Nando Dalla Chiesa, Martina Panzarasa
Passaggi Einaudi
pp. XII - 252
€ 18,00

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