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Questo articolo è stato pubblicato il 09 febbraio 2013 alle ore 14:10.

Siete del parere che l'abito non faccia il monaco? Parlate per voi, non certo per il Festival. Perché, da che Sanremo è Sanremo, l'abito è sempre risultato decisivo. Come acconciatura e postura di chi stringeva il microfono in pugno.
E in fondo sarebbe strano il contrario: vuoi che in un evento di costume, il costume non si prenda la parte più importante della scena?
Sfogliate l'album dei ricordi e ci troverete così un'interminabile galleria di appariscenti cotonature e giacche sbagliate di tutte le misure. Gli anni Cinquanta passano nel segno delle gonne a mongolfiera di Nilla Pizzi, eleganza delle grandi occasioni che faceva il paio cono lo smoking obbligatorio degli interpreti di sesso maschile. Il cantante maschio trasgredirà al protocollo solo a partire dagli anni Sessanta, ma parliamo giusto di qualche cravatta mancante al collo di Bobby Solo e dei primi berretti bohemienne di un giovanissimo Lucio Dalla.
L'influenza hippie arriva in ritardo in Riviera: la cogli solo partire dai primi anni Settanta, con i capelli fluenti di Ivano Fossati e dei suoi Delirium. Il Carnevale vero e proprio si scatena verso la fine della decade, però. Nel '78 colpisce l'esordiente Anna Oxa che con «Un'emozione da poco» (ironia della sorte, regalo dello stesso Fossati) si piazza seconda. L'abito non è da poco: la nostra gioca al transgender, vestita da commesso viaggiatore maschio. L'abito non sarà mai da poco, in tutte e 14 le edizioni cui la Nostra, a vario titolo, prenderà parte.
L'anno successivo è quello della capigliatura ossigenata con occhiali scuri a fare pendant di Enrico Ruggeri, all'epoca front leader dei Decibel. Look che ricorda il Lou Reed coevo. Altra signora dalle acconciature memorabili è Patty Pravo. Ve la ricordate a Sanremo '84? Il brano «Per una bambola» non lascia più di tanto il segno e arriva decimo. Un pezzo di storia è invece la sua acconciatura da geisha, con tanto di ventaglio panoramico. I Fratelli Righeira solleticano il Sanremo dell'86 con «Innamoratissimo», brano eseguito con testa rasata e ciuffo biondo ingelatinato da record. In quella stessa edizione, tuttavia, tutti gli occhi dei benpensanti sono impegnati a crocifiggere Loredana Berté che, per eseguire «Re», sfoggia un pancione posticcio insieme con uno squadrone di ballerine in latex con analogo effetto speciale sull'addome.
Troppo avanti: venticinque anni dopo, Lady Gaga farà lo stesso nel suo sfarzosissimo tour mondiale. Tra le innumerevoli acconciature improbabili di sessantadue edizioni, ci piace ricordare quelle sfoggiate da Elio e le Storie Tese nel '96, quando a sorpresa si piazzarono secondi con «La Terra dei Cachi». Ogni serata una performance diversa, la più bella delle quali fu la ri-proposizione degli abiti di scena «marziani» dei Rockets. Quest'anno tornano e pare che, nella puntata di venerdì sulla grandeur sanremese, per l'esecuzione di «Con un bacio piccolissimo» di Robertino duetteranno nientemeno che con il pornodivo Rocco Siffredi. Chissà come si vestiranno stavolta. O forse sarebbe il caso di chiedersi: si vestiranno stavolta?
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