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Questo articolo è stato pubblicato il 08 febbraio 2013 alle ore 17:25.

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Raffaello, Madonna con il Bambino, santa Elisabetta e san Giovannino in un paesaggio, Parigi © RMN Musée du Louvre Jean-Gilles BerizziRaffaello, Madonna con il Bambino, santa Elisabetta e san Giovannino in un paesaggio, Parigi © RMN Musée du Louvre Jean-Gilles Berizzi

Ci sono uomini che hanno fatto la storia sui campi di battaglia e uomini che l'hanno fatta semplicemente vivendo. È il caso del cardinale Pietro Bembo, uomo raffinatissimo e di sterminata cultura, amante appassionato del bello in arte e in letteratura, a suo agio alla corte papale così come alla corte delle più grandi Signorie del Rinascimento.

Raccontare la storia di Pietro Bembo significa raccontare un momento tra i più straordinari della storia d'Italia, quando nelle corti si respirava quell'aria di rinnovamento che fece dell'Italia un simbolo che ancor oggi resiste e che vale la pena di celebrare per ritrovare le nostre radici migliori. Un'impresa ambiziosa quella di Guido Beltramini, che assieme e Davide Gasparotto e Adolfo Tura ha curato la mostra "Pietro Bembo. L'invenzione del Rinascimento" ospitata nelle sale del Palazzo del Monte di Pietà a Padova: l'idea è quella di raccontare la storia di un uomo attraverso le opere della sua epoca, libri, quadri, medaglie, gioielli e oggetti rarissimi che fecero parte della vita di Bembo, o che addirittura gli appartennero. Sì, perché il cardinale veneziano, amico, protettore e spesso "complice" dei maggiori artisti dell'epoca, volle circondarsi nella sua abitazione padovana di opere che fossero la somma espressione di quella bellezza intensamente cercata e perseguita nell'arco di una vita.

Nasce così la prima idea di collezionismo, di raccolta di oggetti d'arte che trasforma l'abitazione di Bembo nella "casa delle Muse", nel "musaeum" appunto. Tutti si danno appuntamento in quella casa che per quasi un ventennio diventa il crocevia internazionale dell'arte. La mostra è allestita come un viaggio attraverso la vita dell'uomo di lettere, un racconto diacronico che parte dalla Venezia di fine Quattrocento dove Pietro, figlio di una famiglia patrizia veneziana, era destinato ad una carriera politica al servizio della Serenissima. Ma il gusto raffinato e l'amore per l'arte e la cultura del padre Bernardo lo fanno virare decisamente verso una carriera da letterato e da studioso. Assieme ad Aldo Manuzio inventa il libro "tascabile e portatile", stampando testi classici in piccolo formato, senza note e commenti a lato. Bembo detta anche le regole dell'italiano come ancor oggi lo parliamo, codificandolo nelle "Prose della volgar lingua", del 1525.

Viaggiando tra le corti italiane conosce i maggiori artisti ma anche l'amore cortese (di cui racconta negli "Asolani"), tra Isabella D'Este e Lucrezia Borgia, di cui conserva una ciocca di capelli tra le lettere appassionate. Anche quella biondissima ciocca è esposta in mostra, così come degli stupefacenti ritratti di Giorgione, il "San Sebastiano" di Mantegna, un enorme arazzo proveniente dalla Cappella Sistina. Pietro è chiamato a Roma da papa Leone X che lo vuole suo segretario. Il rapporto con Raffaello e Michelangelo in quegli anni è strettissimo. Ritorna a Padova nel 1521, dopo la morte del pontefice, e vuole radunare attorno a sé tutto il meglio di quel che ha visto, studiato e vissuto. La collezione si arricchisce di medaglie antiche, di tesori archeologici e manoscritti, di oggetti unici come la mensa isiaca, una tavola d'altare con incisi geroglifici relativi al culto di Iside. Quando nel 1539 papa Paolo III Farnese lo nomina cardinale e lo richiama a Roma, Bembo è ormai un monumento vivente, il modello dell'intellettuale tout-court. Il suo progetto di unire l'Italia attraverso la cultura e di farla rinascere è diventato realtà. La mostra di Padova è lo strumento giusto per capire la forza di quel progetto.

PIETRO BEMBO e l'invenzione del Rinascimento.Da Bellini a Tiziano, da Mantegna a Raffaello
Padova, Palazzo del Monte di Pietà, Piazza Duomo 14
dal 2 febbraio al 19 maggio 2013
a cura di cura di: Guido Beltramini, Davide Gasparotto, Adolfo Tura
www.mostrabembo.it

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