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Questo articolo è stato pubblicato il 08 febbraio 2013 alle ore 16:20.

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Catherine Deneuve, 1968Catherine Deneuve, 1968

LONDRA - "Fotografo tutto quello che non voglio dipingere", disse Man Ray. Nato Emmanuel Radnitzky nel 1890, cittadino americano figlio di immigranti ucraini, decise di cambiare nome quando diventó un artista. L'incontro con Marcel Duchamp a New York lo convinse ad aderire al movimento Dada e al Surrealismo.

Ray seguì Duchamp a Parigi nel 1921 e nello straordinario fermento artistico e culturale della capitale francese di quegli anni trovò il suo ambito ideale. Scoperto che la pittura non rendeva abbastanza, si dedicó alla fotografia, diventando uno dei fotografi piú celebri e innovativi del Ventesimo secolo.
Alcune immagini degli anni parigini sono cosí note da essere immediatamente riconoscibili anche da chi non conosce Man Ray – come "Le Violon d'Ingres" o "Noire et Blanche", foto della sua musa Kiki de Montparnasse. Eppure la mostra appena aperta a Londra alla National Portrait Gallery è la prima che un grande museo dedica ai ritratti di questo grande fotografo. Oltre 150 stampe originali per riscoprire che, per quanto familiari, queste immagini non hanno perso il loro impatto visivo.
Ci sono foto dei grandi artisti, pittori, scrittori e musicisti dell'epoca, da André Breton a Pablo Picasso, da Tristan Tzara a Jean Cocteau, da Igor Stravinsky a Arnold Schoenberg, da Ernest Hemingway a James Joyce, da Victoria Woolf a Le Corbusier, da Henri Matisse a Salvador Dali. Molte delle immagini, come quelle di Coco Chanel o Wallis Simpson, furono scattate su commissione per riviste come Vogue e Harper's Bazaar.

Una sala é dedicata ai ritratti della bellissima Lee Miller, assistente e amante di Ray poi diventata celebre fotografa. Insieme perfezionarono la tecnica della solarizzazione, accendendo la luce nella camera oscura prima del completo sviluppo dell'immagine. Il ritratto solarizzato della Miller in profilo é un perfetto esempio dell'arte di Ray: una tecnica d'avanguardia ma una foto di bellezza classica e senza tempo. Quando nel 1932 l'irrequieta Miller lo lasció, troncando la loro partnership creativa oltre che sentimentale, Ray si fotografó con un cappio al collo e una pistola puntata alla testa, dando all'autoritratto il drammatico titolo "Suicidio".

La mostra, che segue un ordine cronologico, ha una sala dedicata ai dieci anni che Ray, in fuga dalla seconda Guerra mondiale, trascorse a Hollywood, fotografando stelle del cinema come Paulette Goddard e Ava Gardner e trovando in Juliet Browner la sua ultima musa, moglie e compagna per il resto della sua vita. Poi nel 1951 il ritorno definitivo a Parigi, sua patria adottiva, dove ha continuato i suoi esperimenti artistici e fotografici. Una delle sue ultime foto, scattata per la copertina di una rivista, é di Catherine Deneuve nel 1968. Nella foto, studiata nei minimi dettagli come un quadro, l'attrice francese é circondata da oggetti e opere d'arte create da Ray e indossa orecchini/scultura da lui disegnati. Celebre soprattutto come fotografo, Man Ray si é considerato fino alla fine un artista.

Man Ray Portraits
7 febbraio – 27 maggio 2013
National Portrait Gallery, Londra
www.npg.org.uk

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