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Questo articolo è stato pubblicato il 15 febbraio 2013 alle ore 15:39.

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Può il corpo diventare luce, fuoco e fiamme? No, a meno che alla regia non ci sia Moses Pendleton. Di lui si sa che è il coreografo che è riuscito a combinare danza contemporanea e illusionismo, che è molto attento a tematiche ecologiste, che prende sempre appunti prima di trasformarli in movimento, ma nessuno sa (né riesce a immaginarsi) cosa s'inventerà la prossima volta.

Dopo "Sun Flower Moon", "Bothanica", "Opus Cactus" e "The Best of Momix", è il turno dello spettacolo multimediale "Alchemy" a stupire il pubblico durante l'anteprima italiana e ora al Teatro Stabile del Friuli di Trieste. Ed è inutile restare a rimuginare o trincerarsi dietro la convinzione che tutto sia già stato inventato, scritto, cantato e danzato, perché i Momix sono già dietro le quinte, pronti a infrangere questa convinzione e a lasciarci a bocca aperta. Perché succede, che lo si voglia o no, romanticamente, empaticamente o cinicamente. Ma succede.

Il segreto sta nel taglio che Pendleton dà allo spettacolo: non viene rappresentato nulla di nuovo (in scena si narra degli elementi primordiali e della loro evoluzione materica, ndr) ma in una nuova prospettiva di analisi. C'è qualcosa di più sorprendente del guardare col microscopio qualcosa che abbiamo sempre avuto accanto e che pensiamo già di conoscere alla perfezione? In fondo cosa mai potrà racchiudere una goccia d'acqua? «Il mutamento dei corpi in luce e della luce nei corpi è strettamente conforme al corso della natura, che sembra prediligere le trasformazioni» scrive Isaac Newton e riporta Pendleton nei suoi appunti.

E se i corpi cambiano, allora cosa diventano e cosa diventeranno? Acqua, terra, fuoco e aria si rincorrono in una catena di variazioni per 75 minuti.
"Alchemy" è nient'altro che una favola moderna, in cui si assiste alla trasformazione «del piombo in oro, della stanchezza in estasi, dei corpi in anime» (ispirazione tratta da "Rosa Alchemica" di William Butler Yeats), ma «il prodigio maggiore – dice il coreografo in conferenza stampa – è far sgorgare l'oro da dentro di noi». Dal buio alla luce, dal punto di vista narrativo, coreografico e filantropico.

Alchemy
Coreografia: Moses Pendleton. Co-direttore: Cynthia Quinn. Disegno luci: Michael Korsch. Disegno costumi: Phoebe Katzin, Moses Pendleton e Cynthia Quinn. Realizzazione costumi: Phoebe Katzin, assistita da Beryl Taylor, Linda Durovcova, Kimberly Lombard. Proiezioni video: Moses Pendleton. Montaggio video: Woodrow F. Dick III. Collage musicale: Moses Pendleton. Montaggio musicale: Andrew Hansen. Interpreti: Tsarra Bequette, Jennifer Chicheportiche, Catherine Jaeger, Rebecca Rasmussen, Evelyn Toh, Arron Canfield, Eduardo Fernandez, Vincent Harris, Steven Marshall, Ryan Taylor.

In scena fino al 17 febbraio al Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia di Trieste - www.ilrossetti.it
dal 20 al 24 febbraio al Teatro Petruzzelli di Bari – www.fondazionepetruzzelli.it
dal 26 febbraio al 24 marzo al Teatro Nuovo di Milano – www.teatronuovo.it
il 2-3 aprile al Teatro del Giglio di Lucca – www.teatrodelgiglio.it
il 6-7 aprile al Palabrescia di Brescia – www.palabrescia.it

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