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Questo articolo è stato pubblicato il 15 febbraio 2013 alle ore 07:35.

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Sarà anche vero che è, come l'ha definita Fabio Fazio, «una classifica di tappa». Sarà anche vero che il televoto conteggiato ieri pesa solo per il 25% sugli equilibri che determineranno il vincitore. Sarà anche vero che da qui a domani sera tutto può ancora succedere. Ma fa comunque un certo effetto leggere la classifica di Sanremo dopo le prime tre serate di Festival: primo il narcisismo fumoso di Marco Mengoni ben rappresentato da «L'essenziale», secondi i Modà con l'insipida «Se si potesse non morire», terza Annalisa con la orecchiabile (ma leggerina) «Scintille».

Un podio che, per quanto provvisorio, esprime il solito strapotere dei teenager, allevati al televoto dai talent show e fedeli ai loro idoli catodici. Quarta Chiara, ultima regina di X-Factor strafavorita dai bookmaker, quinto il pianista jazzy oriented Raphael Gualazzi. Una spanna sotto il duo intercontinentale Simona Molinari-Peter Cincotti, poi una specie di teatro dell'assurdo in forma di classifica: la neomelodica Maria Nazionale è settima davanti ai funambolici Elio e le Storie Tese, a Daniele Silvestri che ha commosso tutti e al non proprio ispiratissimo Max Gazzè. L'humour nero di Simone Cristicchi ha raccolto applausi in sala ma vale solo l'undicesima piazza, Malika Ayane è dodicesima alla faccia dei bookmaker che se l'aspettano almeno seconda, chiudono Marta sui Tubi e Almamegretta. Chi volete che si meravigli del dissenso espresso dall'Ariston o dei tweet che bersagliavano i «bimbiminkia», ieri a fine serata? Ma è il televoto, bellezza, e tu non puoi farci niente. Speriamo che possa farci qualcosa la giuria di qualità rimasta orfana di Carlo Verdone, messo fuorigioco da un ascesso. Terzo forfeit in tre giorni di festival: ascolti a parte, non è che sia proprio un anno fortunatissimo per Fazio. Al contrario sono fortunati l'ex Aram Quartet Antonio Maggio e Ilaria Porceddu che, con i brani «Mi servirebbe sapere» e «In equilibrio», ieri sera hanno superato nella categoria Giovani Andrea Nardinocchi e Paolo Simoni e stasera si giocheranno la finale con Renzo Rubino e i Blastema.

Nel segno di San Valentino
Per il resto la terza serata di Sanremo, caduta nel giorno di San Valentino, è stata la festa dell'amore e dell'impegno civile. Sin dall'incipit, con il curioso duetto tra Fazio e Luciana Littizzetto in «Vattene amore», il brano di Amedeo Minghi e Mietta arrivato terzo all'Ariston nel '90 che ha fatto da prologo a un bacio tra i due protagonisti dell'edizione. Lucianina sempre più mattatrice, Fazio meno prete e più intrattenitore, con imitazioni (ieri ha accennato Mike Bongiorno) e qualche divertita parentes canora. Non di solo humour vive lo show, ma pure di momenti di riflessione. San Valentino diventa per esempio il punto di partenza di un monologo della Littizzetto con un emozionante cambio di registro: prima l'ironia sul tema «uomo, ti amo nonostante» riassumibile con questa frase: «Vi amiamo quando date il peggio, perché ti amo è un apostrofo tra le parole "è irrecuperabile, ma quasi quasi me lo tengo"».

Il flash mob anti femminicidio
Poi l'affondo contro il femminicidio: «Ogni due-tre giorni un uomo uccide una donna perché la considera sua proprietà, l'amore con la violenza non c'entra un tubo, un uomo che ci mena è uno stronzo. Non abbiamo sette vite come i gatti, ne abbiamo una sola: non buttiamola». Prologo a un flashmob con cinquanta ragazze sul palco per sostenere «Break the Chain», la campagna contro la violenza sulle donne, con l'orchestra a sventolare fazzoletti rossi simbolo dell'iniziativa.

Baggio predica ai giovani, poi Antony
Roberto Baggio è tornato in tv dopo anni d'assenza e ha letto una lettera aperta ai giovani proponendo il sillabario di quelle che l'ex numero 10 della Nazionale ritiene parole essenziali: passione, gioia, coraggio, successo, sacrificio. «Abbracciate i vostri sogni, gli eroi quotidiani sono quelli che danno il massimo tutti i giorni», appello preceduto da un video messaggio della leader birmana Aung San Suu Kyi. Il menu musicale prevedeva Antony Hegarty, meglio noto come Antony and the Johnson, tra le personalità più sofisticate e originali della scena indie rock. Con la sua voce inconfondibile esegue «You are My Sister», per pianoforte, voce e orchestra, poi si abbandona in un monologo apocalittico sulle sorti dell'umanità, il cui futuro dipende solo dalle donne. La ventenne pluri-premiata pianista Leonora Armellini, specialista di Chopin, ha invece sostituito Daniel Barenboim, incarnando la musica colta e la volontà degli autori di valorizzare i nuovi talenti italiani.

Al Bano premiato e contento
«Non verrò a fare l'ospite. A me Sanremo piace farlo in gara. Io sono un guerriero. Vuol dire che andrò da Fazio a "Che tempo che fa" e per il periodo del Festival darò subito l'ok per dei concerti a Mosca». Così parlò Albano Carrisi il 13 dicembre scorso, appena fu ufficializzata la sua esclusione dalla lista degli artisti in concorso. Deve aver cambiato idea, perché ieri ha calcato le tavole dell'Ariston in quelle stesse vesti di «superospite» che aveva rifiutato. E a quanto pare si è pure divertito: ha dato fondo a tutti i suoi acuti poco prima di ricevere il premio alla carriera per le sue 14 partecipazioni in Riviera. «Nostalgia canaglia» ed «È la mia vita» sono stati i brani del suo intervento, prima della festa finale con «Felicità» con Laura Chiatti a interpretare la parte che fu di Romina Power. Nell'arco di due mesi evidentemente possono cambiare molte cose. Speriamo ne cambino (in classifica) da qui a domani sera.

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