Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 17 febbraio 2013 alle ore 08:22.

My24

L'idea, antica, che solo il balletto sulle punte possegga star e interpreti di prim'ordine di cui valga la pena occuparsi è raramente contraddetta dai media. Ora, però, persino il Festival di Sanremo ha "osato" chiamare, accanto alla celebre Eleonora Abbagnato (in giuria), anche Lutz Förster, uno degli eroi storici del Tanztheater Wuppertal di Pina Bausch, e la novità invita a ribadire un concetto forse non più così elitario.
Anche nella danza contemporanea, infatti, esistono ed emergono personalità e danzatori speciali. Quasi mai costoro si distinguono per le belle forme o i virtuosismi tecnici, bensì per l'intensità unica e irripetibile con cui riescono a restituire la loro necessità di essere in scena. Pensiamo, qui in ambito solo italiano, a Ramona Caia, della Virgilio Sieni Danza, a Paola Bedoni, musa di Julie Ann Anzilotti, a Biagio Caravano di MK, e ora ad Annamaria Ajmone protagonista di Relais, spettacolo ancora in fieri, in cui la coreografa Ariella Vidach, pioniera, con Claudio Prati, dell'applicazione delle nuove tecnologie alla danza, prova a sbarazzarsi (quasi) totalmente del virtuale. In questa "tappa" (Relais) la Ajmone avvampa e "buca" la terza parete, tra l'altro in un gruppo di cinque danzatori di cui almeno due, Chiara Ameglio e Pieradolfo Ciulli, hanno fascino e qualità dinamiche superiori. Solo da lei, però, non si staccano mai gli occhi di dosso: il suo movimento sorprende, la presenza, vibrante, fa male o commuove: per quel pathos che si direbbe da consumata tragédienne, per quelle squarciate aperture del corpo che sembrano rompere lo spazio.
Alla Fabbrica del Vapore, sede milanese della compagnia AiEP di Vidach/Prati, l'habitat di Relais è niveo e con un pannello sul fondo dal quale sbucano solo gambe. Gli spostamenti iniziali sono geometrici e troppo diluiti; a turno i danzatori fanno oscillare una lastra in plexiglas munita di un minuscolo microfono: al suo agitarsi il battito quasi cardiaco che funge da colonna sonora, è sconfitto da una musica "casuale". Nient'affatto aleatori sono invece i croccanti rumori delle bottiglie di plastica: Relais abbina suoni a lacerti scricchiolanti ma anche attimi di vita, sensazioni di gioco, meraviglia, ricordi sfuggenti, oblii indesiderati, scanditi in primo piano da gesti ed espressioni facciali pure deformate dalla Ajmone. Attorno a lei si agglutinano la danza forte ma nobile della Ameglio, la scanzonata solitudine di Els Smekens e l'ironica maestria di Ciulli che d'improvviso guarda lontano, o duetta con Roberto Costa Augusto in un nevrastenico "tu per tu". Relais si spegne con un assolo beffardo e veloce, su musica scappata da una radio accesa. Ma non si dimenticano i reiterati raggruppamenti dei suoi cinque corpi ben distinguibili, e che però diventano anche una massa soffocante, proprio come nella mostra milanese "Body Worlds", cui l'anteprima di Relais è stata abbinata. Forse la seguitissima esposizione di cadaveri integri, malati, vari o a pezzi, ha spinto la coreografa Vidach a creare un vivace e vivo cortocircuito sensoriale con tocchi già risolti (i duetti maschili, a esempio), lungaggini, impertinenze e... un futuro, grande potenziale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Relais/Ariella Vidach AiEP, La Fabbrica del Vapore, Milano, Uovo Performing Arts Festival, 26 marzo, Bologna, 24 aprile, Lugano 26-27 aprile
premio a guatterini
Sabato 23 febbraio alle ore 18.30, presso
la Fortezza da Basso di Firenze, Marinella Guatterini riceverà il «Premio Giornalismo» per l'attività di critica e di divulgazione
della danza, assegnato da Danzainfiera,
VIII edizione. Complimenti dalla Redazione.

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi