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Questo articolo è stato pubblicato il 22 febbraio 2013 alle ore 14:52.

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Hermann Nitsch, Schuttbild, 1990, olio su tela e abito, cm 200 x 300. Mart, RoveretoHermann Nitsch, Schuttbild, 1990, olio su tela e abito, cm 200 x 300. Mart, Rovereto

Il Mart, il Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, spegne dieci candeline e l'occasione era perfetta per ripensare a questi dieci anni di attività e ideare una mostra che mettesse in collegamento il museo, gli artisti, le collezioni e tutti coloro che in questo decennio hanno contribuito a fare del Mart quel che è oggi, uno dei musei del contemporaneo più accreditati a livello europeo.
Ecco allora l'idea di una mostra che durasse un anno intero e che permettesse ai visitatori di entrare nel vivo della "Magnifica ossessione" per l'arte che ha riempito in questi anni la magica sede espositiva ideata dall'architetto Mario Botta.

Oltre 2700 opere esposte - di 275 artisti - tra dipinti, incisioni, disegni, sculture, film e video, installazioni, arazzi, manifesti, fotografie, documenti, libri, modelli d'architettura e altro. Una mostra che oltretutto si arricchisce, strada facendo, di nuovi contributi site-specific di artisti contemporanei. Gli ultimi arrivati, pochi giorni fa, sono Emanuele Becheri, Giuseppe Caccavale, Andrea Mastrovito e Michele Spanghero, artisti emergenti chiamati quasi a una sorta di singolar tenzone con il tema della "magnifica ossessione" artistica. I loro interventi sono andati ad aggiungersi a quelli di Paco Cao, Emilio Isgrò, Paolo Meoni, Christian Fogarolli e Liliana Moro, già presenti fin dall'apertura della mostra, lo scorso ottobre.

Tra un chilometro di corridoi e sale che si susseguono, piene zeppe di opere e installazioni, il visitatore finisce per sentirsi inghiottito dall'operazione curatoriale voluta dalla nuova direttrice del Mart Cristiana Collu. Per l'allestimento il Mart è ricorso in toto a professionalità interne e il "di-tutto-di-più" diventa parola d'ordine, ma mai confusione raffazzonata, stupisce e stordisce, viaggiando attraverso il patrimonio del museo dal Manifesto futurista alle nature morte morandiane, dalla gipsoteca dello scultore Andrea Malfatti a Sironi, dalla Scuola romana a Guttuso e così via fino ai giorni nostri.

Un tourbillon di opere d'arte che travolge il pubblico e che lo innesta in un clima per certi versi simile a quello dei Salon ottocenteschi, dove le opere più diverse, l'una affianco all'altra, davano comunque il senso di un momento storico.
E qui di storia ne passa tanta, più di un secolo, con incursioni nel ‘900 russo, nel mito americano, nel cinema, nei fumetti e nell'architettura. C'è tempo e spazio per testimoniare anche come l'arte si sia inserita nel dibattito su identità e multiculturalità (la "Mappa" di Alighiero Boetti su tutti) o nelle problematiche ambientali.

"La magnifica ossessione"
MART – Corso Bettini 43, Rovereto (TN)
Dal 26 ottobre 2012 al 06 ottobre 2013
www.mart.trento.it

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