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Questo articolo è stato pubblicato il 27 febbraio 2013 alle ore 10:14.

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(Reuters)(Reuters)

È morto stanotte a 95 anni lo scrittore francese, Stéphane Hessel, autore di "Indignatevi!", pamphlet diventato un caso editoriale in tutto il mondo nel 2010, 20 pagine che hanno ispirato il movimento degli Indignados e di Occupy Wall Street. Ne ha dato notizia la moglie, Christiane Hessel-Chabry.

Intellettuale francese, combattente partigiano durante l'occupazione tedesca del suo Paese, nominato "Ambasciatore di Francia" da Francois Mitterand nel 1981, impegnato a favore dei sans-papiers e per la causa palestinese, Hessel aderì al boicottaggio dei prodotti israeliani e alle accuse di anti-semitismo, rispose così: «Mio padre era ebreo, sono scampato a Buchenwald, le accuse di antisemitismo non mi sfiorano». Nel campo nazista nascose la sua identità per sfuggire all'impiccagione. Evase di nuovo, venne catturato, ma saltò da un treno e riuscì ad unirsi alle truppe americane. Dopo la liberazione lavorò come diplomatico al Segretariato generale dell'Onu: collaborò con René Cassin e partecipò alla stesura della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo (1948). Nel 2009 si presentò nella lista di Europe Écologie, restando membro del Partito socialista francese e fino all'ultimo ha sostenuto con impegno Martine Aubry, l'ex segretario del Ps e sua amica. Sua madre, la pittrice Helen Grund ispirò il triangolo d'amore al centro del libro «Jules et Jim» poi omonimo film di Francois Truffaut.

In "Indignatevi!" scriveva appena due anni fa: «I vertici politici, economici, intellettuali, l'insieme della società non devono fare passi indietro e lasciarsi impressionare dall'attuale dittatura internazionale dei mercati finanziari che minacciano la pace e la democrazia. Auguro a tutti, a ciascuno di voi, di trovare un motivo di indignazione. È prezioso». Nel pamphlet, Hessel si chiede dove sono i valori tramandati dalla Resistenza, dov'è la voglia di giustizia e di uguaglianza, dov'e' la società del progresso per tutti. Dopo lo straordinario successo guadagnato in poco tempo, Hessel ha pubblicato nel 2011 un altro pamphlet ''Engagez-vous!'' (''Impegnatevi!'', tradotto in italiano da Salani), stampato da una casa editrice di media grandezza, le Editions de l'Aube: un appello alle giovani generazioni ''a rivoltarsi e a impegnarsi''.

Hessel credeva in un'arte politica, in particolare nel teatro capace di mettere in contatto lo spettatore con il popolo. Esortava ad andare oltre l'industria culturale fatta di comunicazione ed autopromozione, e chiedeva agli artisti di non rinunciare a educare il pubblico, a elevarne lo spirito e non piegare la creazione ai gusti passeggeri. In un'intervista con Le Monde, Hessel dice che l'unica creazione possibile è quella «impertinente», né la riproduzione di vecchie estetiche né la santificazione di rendite di posizione. E indicava le opere di Rimbaud, Lautréamont, Flaubert come esempi di resistenza alla borghesia conservatrice. Notava che la sinistra del suo Paese mancava di ambizione verso la cultura e chiedeva una politica dell'arte. Ammoniva: «Gli uomini non possono ridursi a sopravvivere, hanno bisogno di qualcosa che li trasporti», e citava Keats: «La bellezza è verità, la verità è bellezza. È tutto quello che si sa su questa terra ed è tutto quello che basta sapere».




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