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Questo articolo è stato pubblicato il 01 marzo 2013 alle ore 07:47.

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Jacques-Louis David - Incoronazione di Napoleone I (1805-1807)Jacques-Louis David - Incoronazione di Napoleone I (1805-1807)

L'annuncio delle dimissioni del Papa ha fatto il giro del mondo in pochi minuti, l'immagine di Benedetto XVI è diventata tempestivamente l'icona portante di tutti i media online. Da quell'11 febbraio fino alla prossima fumata bianca, che dovrebbe sorvolare il cielo di Roma prima di Pasqua, l'attenzione sarà massima, su ogni dettaglio e indiscrezione che si aggiri nei dintorni di San Pietro. Si tratta del potere della chiesa e di chi ne è il più alto rappresentante, la cui iconografia si perpetua nel tempo. Ma come è mutata nei secoli? Facciamo un viaggio nel mondo dell'arte tra i dipinti di Giotto, Raffaello, Velázquez, Caravaggio e Bacon.

Si presume sia stata la mano di Giotto a dipingere Innocenzo III mentre benedice San Francesco e i suoi seguaci in occasione dell'approvazione della regola francescana, ovvero della concessione di predicare la penitenza e di vivere in povertà. L'affresco, datato 1255-1299, si trova nella Basilica superiore di Assisi e fa parte del ciclo che racconta le storie dell'autore del "Cantico delle creature". Sembra che lo stesso Innocenzo III, ma non ci sono documenti a dimostrarlo, abbia dato il là a una sorta di Giubileo denominato "Indulgenza dei Cent'anni", a cui Bonifacio VIII si ispirò nel 1300 quando istituì il Giubileo ufficiale. A testimoniarne la nascita è sempre un affresco di Giotto che giace nella basilica di San Giovanni in Laterano a Roma.

Di derivazione giottesca, ma con evidenti accostamenti a Piero della Francesca e a Mantegna è la pittura di Melozzo da Forlì che divenne il pittore di Papa Sisto IV, colui che in occasione del Giubileo del 1475 fece erigere il ponte che a Roma porta il suo nome. In un bellissimo affresco del 1477 Melozzo lo ritrae seduto di profilo sulla sedia camerale , mentre nomina "il Platina prefetto dello Biblioteca Vaticana", all'interno di un'architettura classica disposta prospetticamente quasi a voler integrare l'osservatore.

Sembra indossare lo stesso abito e assumere la stessa postura Papa Leone X dipinto da Raffaello nel 1518 insieme ai cardinali Giulio de' Medici (Clemente VII) e Luigi de'Rossi. Raffaello però rivoluzionò lo sguardo verso i sommi padroni della chiesa. Di solito i pontefici venivano immortalati di profilo, in questo caso, come anche nel precedente ritratto di Giulio II (1512), l'artista di Urbino adotta il taglio di tre quarti e adorna le figure di particolari minuziosi come mai era stato fatto prima. Seguiranno il suo esempio Sebastiano del Piombo che fece anche ruotare il capo a Papa Clemente VII nel suo olio su tela (1526), conservato nel Museo di Capodimonte a Napoli, e Diego Velázquez, in uno dei più importanti capolavori della ritrattistica del XVII secolo: Innocenzo X (1650) che si trova a Roma tra le pareti della Galleria Doria Pamphilj.

Il dipinto colpì molti anni dopo un artista di indubbia fama come l'irlandese Francis Bacon che ne fece una sua versione nel 1953. Una versione angosciante, "urlante", in cui la sedia camerale diventa quasi una sedia elettrica dalla quale si propaga il dolore dell'uomo, perché Bacon con la sua arte si insinua tra l'astrazione e la figurazione cercando di rappresentare la fragile condizione psicologica dell'essere umano. Qui trasforma un'immagine religiosa in una scena d'orrore per mostrare i mali dell'uomo che sopraffanno le virtù di Cristo.

Ma torniamo indietro nel tempo. A influenzare il capolavoro di Velázquez fu il ritratto di Paolo V eseguito da Caravaggio (1605-6) che lo dipinse poco prima della fuga da Roma. La composizione è "classica" e non lascia intuire le innovazioni che il Merisi appartò con la sua pittura. Nel 1805 invece Jacques-Louis David, il pittore francese del Giuramento degli Orazi, ritrasse Papa Pio VII durante il suo soggiorno a Parigi quando Napoleone venne incoronato imperatore. E fu proprio Pio VII a benedire quella cerimonia che venne immortalata in un dipinto monumentale, ora conservato al Louvre, realizzato sempre da David tra il 1805 e il 1807. L'immagine del "potere temporale" ha segnato i secoli e continuerà a segnarli. Qualcuno ricorderà anche la scultura ("La nona ora") di Maurizio Cattelan raffigurante Giovanni Paolo II colpito da una meteorite. Seguirono molte polemiche, ma non c'è da stupirsi, anche questo fa e farà parte della storia, Capitò anche a Velázquez: fu criticato per l'eccessivo realismo del suo l'Innocenzo X.

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