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Questo articolo è stato pubblicato il 03 marzo 2013 alle ore 08:17.
hi ha la poesia nel cuore, ha il
cielo nell'anima ed è l'uomo più ricco
del mondo.
Non avevo mai sentito parlare di lui. È stato un amico un giorno a dirmi che il Das, quella creta che i suoi bambini usavano nei loro giochi, era stato escogitato ed era l'acronimo di uno chansonnier e poeta pacifista di Como, Dario Sala, nato nel 1912 e morto nel 2005. Lo stesso amico mi aveva poi citato la frase che propongo in questa domenica di quaresima. Sì, perché essa ben s'adatta a questo tempo cristiano ascetico, ignorato nei nostri tempi secolarizzati.
Abbiamo, infatti, bisogno tutti di purificare cuore, occhi e labbra da tanta zizzania, per non dire sporcizia, che appesantisce e ottunde. La poesia, come l'amore autentico e la fede genuina, non ti arreda l'anima di oggetti, ma la colma di infinito, di eterno, di gioia. Perché, come scriveva Contini, «la poesia non tollera ipotesi, ma solo l'evidenza dei miracoli».
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