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Questo articolo è stato pubblicato il 05 marzo 2013 alle ore 15:42.
Chi sono le signorine con gli occhioni malinconici sgranati e il curioso ciuffo a rullino, che fanno capolino dalla copertina del libro "Le regine dello swing"? Sicuramente quasi nessuno ricorda i volti e i singoli nomi, ma basta pronunciare "Maramao perché sei morto" per evocarne la fama: il Trio Lescano. Gabriele Eschenazi, per i Saggi di Einaudi, con lavoro prezioso e certosino nonostante le notizie ambigue e limitate, ha ricostruito attraverso rare testimonianze, articoli, documenti, il viaggio dalle stelle alle stalle di Alessandra, Giuditta, Caterinetta, tracciando un'acuta analisi storica dei censori anni del fascismo e regalandoci una monografia attendibile e completa su uno dei fenomeni più straordinari nella storia della musica italiana.
Figlie di un acrobata ungherese e una cantante di operette ebrea, nate in Olanda, i loro veri nomi sono Alexandra, Judith e Katharina Leschan, le piccole circensi gorgheggianti, devono alla madre Eva, "l'eterno carabiniere" come la chiamava Sandra, la loro fortuna artistica e le peripezie derivate dall'origine ebraica. Sono un duo " Le Sunday Sisters" quando nel1935 sbarcano in Italia, Carlo Prato direttore dell'Eiar ne fiuta il talento e le potenzialità canore, reclutata anche la sorella più piccola Kitty, inizia la leggenda del Trio Lescano. Sono anni opprimenti non si può importare nulla ma imitare sì, cosi nasce il caramelloso swing sincronizzato italiano delle signorine Lescano, definite da Marinetti " il mistero della trinità celeste".
Le tre grazie del microfono impazzano, tutti intonano " Tuli, Tuli, Tulipan", "Ciribiribin", un successo dopo l'altro mentre tuonano cannoni di guerra e incalza la discriminazione razziale. Le ragazze dall'ugola d'oro guadagnano mille lire il giorno, vestono alla moda e viaggiano su una fiammante Balilla, le trasmissioni radiofoniche e i concerti dal vivo sono gettonati da un Italietta che scaccia i pensieri cantando: "Prendi il mondo allegramente sempre sorridente e felice sarai tu". Osannate da Mussolini, ormai cittadine italiane, la loro ascesa sembra irrefrenabile. La fiaba purtroppo non dura, durante un concerto al Grattacielo di Genova, la Gestapo le arresta con l'accusa di spionaggio, nel mirino la canzone "Tulipan" con cui secondo i nazisti trasmettevano messaggi agli americani.
Rilasciate, senza finire come da prassi nei campi di sterminio, il perché è ancora oggi misterioso, furono costrette a lasciare la scena e rifugiarsi a Valperga nel Canavese e poi a Saint Vincent. Finita la guerra, Caterinetta si sposò alla ricerca di una vita normale, le sorelle partirono per una tournée in Sud America sognando di ritrovare il successo, rimpiazzando Kitty con la torinese Maria Bria, che per quattro anni fu costretta a fingersi una Lescano senza percepire compenso. Nel 1952 la posticcia swinger abbandonò le sorelle olandesi, fu la débâcle.
Le tre sorelle non si incontrarono mai più, di Giuditta si persero le tracce in Venezuela e non si seppe mai più nulla, Caterinetta morì giovane di tumore, e Sandra unica superstite, nessuna di loro ha avuto figli, si spense nell'oblio del perduto successo nel 1987 a Fidenza. Una parabola nostalgica e dolciastra dal retro gusto amaro, quando tv e invasione mediatica non esistevano e il regime oscurava tutto, in un oggi dove le canzonette sono effimere e molti ignorano la passata storia politica, vale la pena recuperare lo swing della favola triste in bianco e nero delle Lescano.
«Le regine dello swing»
di Gabriele Eschenazi
pag.100- 12 euro- Edizione Saggi Einaudi
http://www.einaudi.it/
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