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Questo articolo è stato pubblicato il 08 marzo 2013 alle ore 12:27.

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Ben oltre la mostra. "HOMO SAPIENS. La grande storia della diversità umana", in calendario fino al prossimo 30 giugno al complesso del Broletto di Novara è un affascinante viaggio attraverso molti degli interrogativi che accompagnano da sempre la storia umana: da dove veniamo, come abbiamo popolato il pianeta e come si è sviluppata la variegata tavolozza umana fatta di popoli, culture e linguaggi che rendono così ricca la storia del nostro pianeta. E fra reperti fossili, preziosi manufatti e ricostruzioni artisticamente ineccepibili come quella di Lucy o di alcune belve preistoriche, l'itinerario si offre come un coinvolgente percorso interdisciplinare che ha impiegato ricercatori dei cinque continenti, secondo un approccio anch'esso globale, che si estende dalla genetica alla linguistica, passando ovviamente per l' antropologia, la paleoantropologia, la climatologia. Arte e scienza riunite dunque in un connubio imprescindibile ed il tutto alla luce dei più recenti risultati scientifici di ricerca.

Appena duecentomila anni fa Homo sapiens ha iniziato, da una piccola valle dell'attuale Etiopia il lungo cammino che lo ha portato fin alle vette di dominio della Terra, disseminando lungo il percorso i germi da cui sono scaturite le più diverse culture e realtà di popoli. E nelle differenze apparenti, come spiega uno dei curatori scientifici, il grande genetista Luigi Luca Cavalli Sforza "gli uomini sono tutti uguali, indipendentemente dal colore della pelle, dalle dislocazioni territoriali, dalle ideologie, dalle credenze religiose. Il DNA che accomuna gli uomini è uno e soltanto nel corso dei secoli le mutazioni genetiche conseguenti al clima, e quelle intellettive e spirituali, hanno creato le differenze che oggi affliggono l'umanità".

Inutile dire che con il supporto della novarese de Agostini è stata realizzata una validissima mappa interattiva delle instancabili migrazioni umane, lungo una sezione del percorso dedicata proprio alle installazioni 2.0, in grado di delucidare agli adulti come ai bambini (la tappa novarese è per loro un'occasione imperdibile) la grande storia dell'evoluzione.

Tra le molte preziosità in mostra, oltre al flauto in osso risalente a 35 mila anni (è il più antico strumento al mondo, funziona ancora, e in mostra se ne ascolta una struggente esecuzione) si segnala l'unico reperto della specie Homo neanderthalensis trovato in pianura padana. Trasportata dal fiume fino alla provincia di Cremona, la calotta cranica testimonia il popolamento dei nostri "cugini" nella zona. Il reperto è una novità e non era presente nelle precedenti tappe dell'esposizione a Roma e Trento.
(Nei prossimi giorni arriverà anche la videorecensione della mostra)

"HOMO SAPIENS. La grande storia della diversità umana"
a cura di Luigi Luca Cavalli Sforza e Telmo Pievani, è al Complesso Monumentale del Broletto di Novara dal 8 marzo al 30 giugno 2013. La mostra è prodotta da Codice. Idee per la cultura, 24 ORE Cultura - Gruppo24Ore e Fondazione Teatro Coccia. Il catalogo è edito da www.homosapiens.net

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