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Questo articolo è stato pubblicato il 16 marzo 2013 alle ore 10:22.

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La cicogna moderna si tramuta in postino per consegnare un bimbo liofilizzato, riccioluto e biondo, impeccabile, beneducato, diligente, quintessenza del sogno di qualunque genitore. "Il bambino sottovuoto", tratto dall'omonimo testo surreale e contemporaneo dell'austriaca Christine Nostlinger, vincitrice del Premio Internazionale Hans C. Andersen, diventa sulla scena dell'Elfo Puccini un monologo corpo e voce della fulva Cristina Crippa che ha curato anche l'adattamento.

Lo sfondo, un colorato pannello fumetto disegnato da Ferdinando Bruni, fa da cornice all'appartamento della bislacca signora Berta Bartolotti, tessitrice di tappeti, attempata e fumatrice accanita, caotica e anticonformista . La sua vita cambia totalmente rotta al fatidico dlin dlon del fattorino che le consegna per errore il barattolo sottovuoto con un "mostriciattolo rugoso", irrorato con la soluzione nutritiva, che si commuta nello zelante marmocchio Marius. Da qui si dipana la bizzarra storia di una mamma per sbaglio e un figlio esemplare costruito in laboratorio. Per il piccolo di sette anni, ambientarsi non è certo facile, la nuova genitrice non segue le regole, i compagni di scuola lo deridono "Bartolotto, cretinotto".

La sua colpa? Essere perfetto. Eppure tra Berta e Marius , nonostante la diversità, s'instaura un legame affettivo profondo, con la complicità della piccola Kitty e del farmacista Giuseppe, compagno di Berta , i prepotenti della multinazionale venuti a riprendere Marius per riconsegnarlo alla vera coppia adottiva saranno sconfitti. Il piccino nonostante il rigido addestramento acquisito è sottoposto a un corso accelerato di diseducazione, diventato vivace e indisciplinato, si rivela difettoso per il laboratorio, ideale per mamma Berta. Cristina Crippa s'impegna in una prova non facile, interpretando tutti i personaggi della rocambolesca vicenda, cambiando toni e timbro vocale, non riuscendo a pieno a dare ritmo ironico e giocoso continuato, penalizzata anche dalla lunghezza della performance. La favola offre molti spunti di riflessione, ai piccoli è richiesta una forte dose d'immaginazione per "vedere" in scena i personaggi evocati dal racconto, agli adulti un necessario esame di coscienza sul mestiere più complicato del mondo, crescere e educare i figli, aiutandoli a essere liberi e se stessi, difetti inclusi.

" Il bambino sottovuoto"
di Christine Nostlinger - Traduzione di Clara Beccagli Calamai - Adattamento di Cristina Crippa - Regia di Elio De Capitan i- Disegno del fondale di Ferdinando Bruni- Luci di Rocco Colaianna . Interpretato da Cristina Crippa - Produzione Teatridithalia.
Durata 90 minuti. In scena alla Sala Bausch fino al 17 marzo.
Teatro Elfo Puccini Milano.
http://www.elfo.org/index.html

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