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Questo articolo è stato pubblicato il 22 marzo 2013 alle ore 11:41.

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Vado in libreria a comprare un etto di prosciutto (Marka)Vado in libreria a comprare un etto di prosciutto (Marka)

Se la Cultura perde tono, si svuota di muscoli e cala alle ginocchia di un'inappetente mediocrità, occorre un push up che ne rinvigorisca i volumi, rendendola attraente grazie a un provvido sostegno. Deve apparire tonda, nutrita e nutriente. Offrirsi prosperosa, suscitando inattesi appetiti.
Buon appetito, dunque, cinguetta la televisione formato fornello. Un microonde digitale o satellitare dove il relax è mantecato, fritto, messo al forno e l'Arte si propone in ingredienti. Gli Chef, di fama chiara come albume, dirigono sonate e sonetti di cibo, come orchi creativi o gentiluomini intriganti. «Senza crisi non ci sono sfide» ammoniva Albert Einstein. Ed ecco che le sfide in tempo di crisi si moltiplicano sui percorsi d'acquolina in bocca. Programmi di cucina serviti a più canali. Gente comune che impiatta sogni e tradizioni per vincere, unendo in un abbraccio gastronomico gli spettatori.

Il Cibo è un push up di vita. E dalle tavole imbandite della comunicazione televisiva ha levato i suoi profumi sino ai vertici delle classifiche librarie. Dalla Parodi nazionale e benedetta dai suoi menu di alta vendita, alla Pippa britannica diventata editorialista di una rivista di cucina dopo lo scarso fondoschiena del suo libro flop, la carta stampata, affamata di Lettori, punta al più universale e primitivo degli appetiti, elevandolo secondo le saporite parole di Anthelme Brillat-Savarin: «La cucina è l'arte più antica, perché Adamo è nato a digiuno.»
Ma il Cibo push up non si limita ad insinuarsi tra le pagine dei libri. Ora si accomoda tra i libri stessi. Non solo bar-ristorazione all'interno di Librerie, per rinfrancare le vertigini da ampia scelta tra autori classici e contemporanei, tra intelligenza e immaginazione, che dovrebbero di per sé suscitare un languore riconoscente e insaziabile.

Ora Saggistica e Narrativa sono dirimpettaie di Cantuccini e Brioches all'uva. Thriller e Fantasy brinano le proprie emozioni al fianco di frigoriferi ripieni di salumi e formaggi in busta. Nietzsche, Roth o Ionesco si esibiscono su scaffale accanto a invitanti ed eleganti file di Chianti, Muller Thurgau e Sassicaia. E le classifiche dei libri più venduti o le novità editoriali si scambiano cortesemente la scena con le offerte di caffè da India, Nicaragua o Etiopia.
Libri e cibo è una tendenza approdata in Italia in tempi recenti. Non solo acquisti, ma anche degustazioni di prodotti programmate mensilmente tra i corridoi e gli scaffali profumati di carta. Pare che l'esperimento funzioni: i produttori ambiscono alle nuove vetrine book and food e in alcune librerie, pioniere dell'inventiva da palati fini, nei weekend si fa il pieno da centro commerciale. Come dire: perplessità a parte, occorrono luoghi di piacere. Spazi rassicuranti, ammiccanti, giocosi. E golosi. Il Cibo è un push up di curiosità. Si faccia, dunque, la spesa in libreria.

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