Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo č stato pubblicato il 22 marzo 2013 alle ore 18:24.

My24

"Ecco a voi il lotto numero tre: ottimo intelletto, di buona famiglia, carattere difficile, ancora vergine, 1500 ducati in dote …..nessuno la vuole?.... Signorina la dichiaro non sposata". E' cosģ che si compie il destino di Angela, ragazzina troppo intelligente e irrequieta per essere ‘piazzata' in sposa dal padre padrone, quindi come molte altre rinchiusa ancora bambina nel convento delle Clarisse di Udine.

La crudele realtą delle ‘spose di Dio' nel Cinquecento č narrata da Marta Cuscuną che irrompe in scena vestita da sposa, brandendo un fascio di banconote e iniziando a raccontare. Siamo nel 1534 quando i portoni dei conventi si aprivano all'ingresso di bambine inconsapevoli, su volontą di padri che in quel modo risolvevano il problema delle doti o correggevano caratteri ‘esuberanti'. Quella di Angela e delle sue compagne č una vicenda che s'ispira al racconto della monaca veneziana Arcangela Tarabotti e delle clarisse del Santa Chiara. Un esempio di resistenza femminile che sfidņ l'Inquisizione in difesa della libertą di pensiero e di critica.

La Cuscuną, nel portare in scena questo testo, sceglie l'impegno civile con un connubio di narrazione e teatro di figura. Tanto č drammatico il tema, tanto esilaranti risultano le figure delle monache-pupazzo sapientemente animate dall'attrice. "La semplicitą ingannata" č lo spaccato di una piccola e silenziosa rivoluzione di un gruppo di suore di clausura che reagiscono al loro crudele destino trasformando il monastero in un vivace centro di cultura e di libero pensiero, arrivando a sfidare apertamente le autoritą ecclesiastiche. Le monache leggono, studiano, disquisiscono, ironizzano, fino a dissacrare i dogmi religiosi. Presto il fenomeno, insolito per l'epoca, arriva alle orecchie dell'Inquisizione che interviene prontamente per ristabilire l'ordine e riprendere il controllo sull'area di contestazione.

La storia narra che le monache ebbero la meglio, opponendo una strenua resistenza e facendosi beffe del potere maschile. Una storia emblematica, un modello di resistenza femminile in un'epoca diffile per l'universo femminile. "La semplicitą ingannata" ha vinto il premio Last Seen come miglior spettacolo 2012 e la menzione d'onore al Premio Duse. Quello che colpisce dello spettacolo č la capacitą interpretativa della Cuscuną (classe 1982) , attrice e drammaturga in forza a Centrale Fies, formatasi al teatro civile e al teatro di figura con Joan Baixas del Teatro de la Claca. L'attrice dimostra di avere una capacitą narrativa rigorosa, magnetica, che sa coniugare con doti di animatrice. Se i primi tre quarti della messa in scena sono scanditi dalla storia, il momento liberatorio diventa l'animazione.

La versatilitą dell'interprete emerge nell'abilitą di dare un'anima e un profilo ironico e pungente al dialogo fra le sei monache che si sviluppa in un gioco di battute nel tener testa al grottesco pupazzo-inquisitore. L'effetto corale stempera il rigoroso canovaccio della storia, conforta e smorza i toni tesi della cronaca e ne fa una testimonianza di intime confidenze che abbraccia lo spettatore spingendolo all'interno del convento. La brava attrice domina la scena, adornata solamente da un crocifisso e dalle sei bellissime pupazze realizzate da Belinda De Vito.

Di e con Marta Cuscuną - Co-produzione di Centrale Fies, Operaestate Festival Veneto -Al Teatro Verdi di Milano (via Pastrengo 16 02.6880038) - Fino al 24 marzo

Commenta la notizia

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi