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Questo articolo è stato pubblicato il 27 marzo 2013 alle ore 11:05.

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Luca della Robbia (Firenze 1399/1400-1482), "Madonna col Bambino (Madonna genovese)", 1445-1450Luca della Robbia (Firenze 1399/1400-1482), "Madonna col Bambino (Madonna genovese)", 1445-1450

Il primato della scultura come prima interprete della bellezza nuova. E ancora la gara serrata che gli interpreti del nuovo ingaggiarono con gli antichi modelli. Nel tentativo di superarli. E su tutto gli Studia Humanitatis che agli inizi del Quattrocento Firenze interroga per tracciare il cammino da percorrere e che la vedrà protagonista prima del nuovo sentire.

Insomma, guardare all'antichità classica come ideale a cui tendere, pur nella consapevole distanza, per risollevare le sorti del presente: è forse solo questo il punto fermo nella vexata quaestio sulla realtà irripetibile del Rinascimento e della sua incredibile fioritura artistica . Parte da queste premesse l'eccezionale mostra a Palazzo Strozzi, La Primavera del Rinascimento, la scultura e le arti a Firenze, 1400-1460.

Spiegava l'Alberti nel De Pictura (1436): «Io solea maravigliarmi insieme e dolermi che tante ottime e divine arti e scienze, quali per loro opere e per le istorie veggiamo copiose erano in que' vertuosissimi passati antiqui, ora così siano mancate e quasi in tutto perdute: pittori, scultori, architetti, musici, ieometri, retorici, auguri e simili nobilissimi e maravigliosi intelletti oggi si truovano rarissimi e poco da lodarli. Onde stimai fusse, quanto da molti questo così essere udiva, che già la natura, maestra delle cose, fatta antica e stracca, più non producea come né giuganti così né ingegni, quali in que' suoi quasi giovinili e più gloriosi tempi produsse, amplissimi e maravigliosi. Ma poi che io dal lungo essilio in quale siamo noi Alberti invecchiati, qui fui in questa nostra sopra l'altre ornatissima patria ridutto, compresi in molti ma prima in te, Filippo, e in quel nostro amicissimo Donato scultore e in quegli altri Nencio e Luca e Masaccio, essere a ogni lodata cosa ingegno da non posporli a qual si sia stato antiquo e famoso in queste arti».

E chiosano i curatori della mostra Beatrice Paolozzi Strozzi e Marc Bormand: «dei quattro artisti fondatori del rinascimento insieme al Brunelleschi tre sono scultori, Donatello, Lorenzo Ghiberti, Luca della Robbia. La scultura è, con l'architettura, l'espressione più conservata dell'arte classica e perciò non stupisce che sia stata la scultura a farsi interprete per prima della nuova civiltà. Ne consegue la scelta di focalizzare il suo ruolo di "avanguardia del Rinascimento" illustrandolo in dieci sezioni, attraverso opere di scultura e non solo. A conferma del primato cronologico della scultura spiegano i curatori "nel 1416, quando Donatello scolpisce il San Giorgio per Orsanmichele quasi come un manifesto tanto estetico quanto morale dell'età nuova e inventa nella predella (la magnifica e imprescindibile predella è stata prestata dal Museo del Bargello, di cui con l'occasione si consiglia vivamente la visita in combinata, ndr) lo "stiacciato" prospettico, Masaccio è un ragazzo di quindici anni e non ha ancora cominciato a dipingere".

Sono circa centoquaranta le opere presenti tra cui veri capolavori come il gigantesco San Matteo del Ghiberti da Orsanmichele accostato al fresco di restauro (e che restauro! e per altro è solo uno fra i molti che per l'occasione sono stati realizzati) e magnifico San Ludovico di Tolosa di Donatello. Al centro di una sala, quella dedicata a "La rinascita dei condottieri" la immensa, per grandezza e fattura, testa di cavallo - Protome Carafa - ancora di Donatello (dal Museo archeologico di Napoli): colpì al cuore perfino il Vasari che la descrisse "talmente bella da sembrare antica".

Nella sezione dedicata agli spiritelli, che dialogano con i putti romani, si segnalano dal Musée Jacquemart-André le due esecuzioni sempre di Donatello, che si confrontano con i due magnifici "colleghi" dell'Arme del Podestà Amico di Donatello della Torre di Luca della Robbia. Di Donatello, da Berlino, la meraviglia in marmo de La Madonna col Bambino a poca distanza dalla esecuzione su terracotta dipinta e dorata proveniente dal Louvre. E ancora la Madonna col bambino di Luca della Robbia del Metropolitan. A testimoniare il passaggio alla committenza privata, che vuole ritratti e piccole dimensioni, da Berlino la Marietta Strozzi di Desiderio da Settignano. In chiusura di una mostra, che si apriva con le due predelle di Filippo Brunelleschi e Lorenzo Ghiberti che già valgono anche la fatica di un viaggio, il palazzo nel palazzo: il modello di Palazzo Strozzi realizzato da Giuliano da Sangallo nel 1489. La mostra chiuderà i battenti il 18 agosto e lascerà Firenze alla volta del Louvre, con debutto parigino il 26 settembre.

La Primavera del Rinascimento. La scultura e le arti a Firenze 1400-1460
Palazzo Strozzi, fino al 18 agosto 2013
Musée du Louvre, 26 settembre 2013-6 gennaio 2014

Biglietto intero euro 12,50; ridotto euro 8,50 (per i gruppi, Soci Arci,possessori di biglietto del Museo del Bargello, di biglietti o abbonamenti Ataf, possessori di biglietti o abbonamenti del Teatro Maggio Musicale Fiorentino, Ort, e Teatri dell'Associazione Firenze dei Teatri); ragazzi euro 4,00.

www.palazzostrozzi.org

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