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Questo articolo è stato pubblicato il 22 marzo 2013 alle ore 18:21.

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La storia dell'imperatrice Teodora al count down infiamma il palcoscenico del Teatro Oscar. Un monologo potente e crudele, colpisce la capacità dell'autrice Maddalena Mazzocut-Mis, che liberamente ispiratasi a "Theòdora" di Victorian Sardou, drammone ottocentesco in cinque atti e sette quadri, stravolge i vari registri narrativi, restituendoci in distillato la compattezza della storia. Teodora, belva dalle sembianze sensualmente femminee, imperatrice e moglie di Giustiniano, si aggira sul palcoscenico da salotto borghese, tra evocativi rivoli di sangue e sete di potere.

Tubino bianco e tacchi alti rossi, tuona la voce della protagonista, un'ispirata ed efficace Paola Vincenzi, che senza sbavature restituisce l'essenza dell'anima e gli intimi pensieri alla femme fatale bizantina. Di umili origini figlia di un domatore di orsi e di una ballerina, attricetta dai facili costumi, seduce irrimediabilmente Giustiniano, più anziano di venti anni, che la sposa contro le regole e incorona. Paolo Bignamini, sceglie una regia atemporale, puntando i riflettori senza retorica e andamento didascalico, sulla parola e la pura immaginazione, sugli slanci e ardori della potente e temuta regina, in cinquanta minuti ben diretti a ritmo serrato. Stratega, efferata, cinica, scaltra, inebriata dal potere, mentre sullo schermo in scena scorrono i minuti del conto alla rovescia, invaso dal colore porpora per lei "il miglior sudario", Teodora consuma sotto mentite spoglie il suo amore licenzioso e clandestino per il nobile Andrea, che la crede Myrta.

Il sentiero sfrenato dell'ambizione la porterà alla dannazione, vincerà la battaglia della "Nika" la cruenta sommossa scoppiata a Costantinopoli e annegata nel sangue, ma sarà l'assassina del suo adorato amante, ucciso dal veleno che lei credeva filtro dell'oblio, commissionato a Tamyris per Giustiniano. Il tempo si ferma sul finale, sull'emorragia, fluviale del sangue rivoltoso, l'imperatrice è sopraffatta dal dolore, abbracciando il corpo ancora caldo del suo Andrea.

"Teodora" liberamente ispirato a Thèodora di Victorien Sardou di Maddalena Mazzocut-Mis. Regia di Paolo Bignamini. Disegno luci Fulvio Michelazzi. Scene di Federica Barattini- Interprete: Paola Vincenzi. Produzione Ravenna Festival e ScenAperta per il Progetto DonneTeatroDiritti in scena fino al 22 marzo al Teatro Oscar- Milano

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