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Questo articolo è stato pubblicato il 22 marzo 2013 alle ore 11:33.

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John Baeder, Prout's Diner, 1974, Oil on canvas, 76 x 122cm. Morris Museum of Art, August, Georgia - Image © John Baeder - Photo © Institut institut für kulturaustausch, TübingenJohn Baeder, Prout's Diner, 1974, Oil on canvas, 76 x 122cm. Morris Museum of Art, August, Georgia - Image © John Baeder - Photo © Institut institut für kulturaustausch, Tübingen

Paesaggi urbani ritratti in ogni minimo dettaglio, automobili con le carrozzerie scintillanti, vetrine dei negozi dalle insegne luminose, fast food e, ancora, nature morte che con maniacale precisione raffigurano gli oggetti della vita quotidiana. Sono i soggetti cari all'Iperrealismo, la corrente nata negli Stati Uniti sul finire degli anni Sessanta, che continua ad affascinare generazioni di giovani artisti.

La sua ormai più che quarantennale storia è ricostruita, per la prima volta, dalla mostra «Iperrealismo 1967 - 2012», che dopo la tappa di Tubinga, approda al Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid dal 22 marzo al 9 giugno. La retrospettiva mette insieme sessantasei opere provenienti da diversi musei e collezioni private, e si propone di raccontare l'evoluzione del movimento iperrealista, dai maestri americani della prima generazione (tra cui Richard Estes, John Baeder, Chuck Close) per arrivare alle nuove "leve" come l'italiano Roberto Bernardi.

Anche nota con il termine "fotorealismo", la pittura iperrealista ha come punto di partenza l'immagine fotografica che, attraverso una serie di tecniche, come la litografia cara alla Pop Art, viene trasferita sulla tela, dando vita a rappresentazioni così sorprendentemente nitide da fare a gara con la foto stessa. Seguendo un doppio filo conduttore, cronologico e tematico, l'esposizione rivela l'attenzione dei primi anni per gli oggetti simbolo dell'American way of life: i veicoli a motore, i venditori automatici, i giocattoli, gli articoli da cucina. Ma rende anche conto della predilezione per il ritratto, propria di pittori come Chuck Close, con i suoi volti sgranati che guardano senza emozione oltre lo spettatore, e dell'evoluzione verso i paesaggi urbani di grande formato tipica degli artisti attivi negli anni '80 e '90, come l'italiano Anthony Brunelli.

«Iperrealismo 1967 - 2012»
22 marzo – 9 giugno 2013
Museo Thyssen-Bornemisza, Madrid
www.museothyssen.org

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