Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 24 marzo 2013 alle ore 08:23.

My24

La rivista da me diretta «Filosofia e Questioni Pubbliche» (Fqp per gli amici) di Luiss University Press ha una ventina di anni, che per una rivista accademica italiana rappresenta un passato di tutto rispetto. Nacque sulla scorta del successo di una rivista americana, «Philosophy & Public Affairs», che era stata fondata e animata da miei amici e colleghi quali Thomas Nagel, Marshall Cohen, Thomas Scanlon. Andai io stesso a Princeton per comunicare alla casa editrice Princeton University Press e al direttore di allora Marshall Cohen che intendevamo seguire le loro tracce, cosa che fu accolta con viva soddisfazione dal gruppo dei fondatori. Per la verità, noi non volevamo fare proprio le stesse cose, poiché se volevamo continuare la scia del liberalismo egualitario post-rawlsiano avevamo anche l'idea di rendere il tutto più italiano.
Ciò sarebbe dovuto avvenire in svariate maniere, essendo per esempio meno analitici su micro-situazioni trattate come casi di scuola oppure inserendo nella rivista la discussione della filosofia di soggetti collettivi, tipici della nostra tradizione, come la Chiesa cattolica e i partiti politici.
Come e quanto siamo riusciti in questa impresa, non spetta ovviamente a noi dire. Fatto è che un'intera generazione di giovani e promettenti studiosi di filosofia politica e morale ha esercitato il suo talento sulle pagine di Fpq, scrivendo fianco a fianco dei più noti studiosi internazionali come i ricordati Nagel e Scanlon e tanti altri tra cui Nozick, van Parjis, Hanafi, Okin, Bilgrami, Habermas e Derrida. Se l'orizzonte entro cui la rivista si è mossa è sempre stato quello lato sensu della filosofia sociale analitica, si deve anche aggiungere che temi come la questione della giustizia globale, dei rapporti tra culture, dell'ambiente e dell'economia e della finanza internazionali sono stati discussi dal nostro giornale con acribia e passione. Quest'anno, però, il pur rispettabilissimo pedigree di Fqp si è arricchito di un successo straordinario, merito quest'ultimo soprattutto dell'opera del capo-redattore Gianfranco Pellegrino e del redattore Michele Bocchiola. Siamo infatti usciti in inglese con un doppio titolo («Philosophy and Public Issues» oltre il precedente) con un successo nella raccolta di articoli e nei nomi degli autori per me del tutto inimmaginabile.
Ora, uscire in inglese oggi non è un risultato eccezionale, e francamente per i rapporti che «Center in Ethics and Global Politics» della Luiss intrattiene con studiosi stranieri avremmo potuto farlo anche dalla fondazione di Fqp. Ma io avevo sempre pensato che i grandi autori stranieri ci avrebbero dato volentieri la traduzione italiana di un loro articolo ma non la versione originale.
Bene, oggi sappiamo che non è così. Nei prossimi numeri Fqp pubblicherà autori di tutto rispetto internazionale come Johnatan Quong, Stephen Gardiner, Neera Chandhoke, Tim Mulgan, Jonathan Wolf, Jerry Gaus, Joseph Chan e tanti altri che non si possono elencare.
Fatto ancora più sorprendente è che il nostro sistema internazionale di referaggio ha deciso di non pubblicare tre quarti circa degli articoli pervenuti da tutto il mondo.
Merito della globalizzazione e del web? Senza dubbio. Ma anche di un lavoro ininterrotto di un gruppo di studiosi che ha trovato una nicchia ideale presso il dipartimento di Scienze politiche della Luiss.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi