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Questo articolo è stato pubblicato il 01 aprile 2013 alle ore 10:33.

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Era, finora, un tesoro nascosto quello della collezione d'arte Bayer, una delle raccolte private più prestigiose e antiche della Germania. Concepita ai primi del Novecento per i dipendenti dell'azienda, oggi include circa 2 mila opere e, pur senza pretese di sistematicità, offre un interessante spaccato della storia dell'arte degli ultimi duecento anni. Per la prima volta, una parte di questo ricchissimo patrimonio esce dai confini della fabbrica di Leverkusen e si mostra al pubblico, che fino al 9 giugno può ammirarlo al Martin-Gropius-Bau di Berlino, dove è di scena la rassegna «Da Beckmann a Warhol. Arte del XX e XXI secolo», curata da Rike Zoebelein e Andrea Peters.

Oltre 240 tra dipinti, fotografie e installazioni, realizzati da 89 artisti ricostruiscono il rapporto tra la casa farmaceutica, che nel 2013 celebra il suo centocinquantesimo anniversario, e l'arte. Un rapporto nato nel 1909, quando l'allora amministratore delegato Carl Duisberg commissionò al pittore Max Liebermann un suo ritratto. Negli anni seguenti la Seconda guerra mondiale i responsabili della collezione iniziarono ad acquistare opere che potessero essere prese in prestito da manager e dipendenti per allietare le fredde pareti degli uffici. Con il passare del tempo, i "buchi" vennero via via colmati e, grazie alle acquisizioni dai più importanti artisti internazionali, la raccolta si ampliò e assunse una forma strutturata. La ricognizione critica voluta nel 2002 contò 5 mila opere. Gli esperti ne selezionarono 2 mila e nacque a tutti gli effetti la "Collezione Bayer".

Il materiale può essere diviso in quattro filoni tematici. L'Espressionismo tedesco è rappresentato dai lavori di artisti come Max Beckmann, Ernst Kirchner, Emil Nolde, mentre il modernismo classico della Scuola di Parigi è presente con le opere di Braque, Chagall, Miró e Picasso. L'arte informale, affermatasi dopo la Seconda guerra mondiale, si riconosce nei lavori dei tedeschi Wilhelm Nay, Gerhard Hoehme e Bernard Schultze. Infine, una parte non piccola della collezione è occupata dagli artisti attivi tra il 1970 e i giorni nostri. Qui, a fianco agli inglesi e americani come David Hockney, Sam Francis e Andy Warhol, compaiono i quadri dei tedeschi Gerhard Richter, Martin Kippenberger e Jan Voss, le fotografie di Thomas Ruff e le Polaroid di Marina Abramović e Ulvi Ulay.

«Da Beckmann a Warhol. Arte del XX e XXI secolo. La Collezione Bayer»
22 marzo – 9 giugno 2013
Martin-Gropius-Bau, Berlino
http://www.berlinerfestspiele.de

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