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Questo articolo è stato pubblicato il 01 aprile 2013 alle ore 20:06.

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È Fiorello, il suo più grande imitatore, tra i primi ad arrivare nella camera ardente in Campidoglio. Il Califfo è vestito proprio come un giorno qualsiasi: braccialetti, collana e camicia aperta sul petto. Tra le mani ha un rosario rosso, l'immagine di Papa Ratzinger ed accanto due rose, una rossa e una rosa. I funerali di Franco Califano, morto a Roma il 30 marzo a 74 anni, si svolgeranno domani alle 11 nella Chiesa degli Artisti a Roma, la sepoltura avverrà ad Ardea. E, seguendo le sue volontà, sulla lapide ci sarà scritto «Non escludo il ritorno», titolo della canzone scritta con Federico Zampaglione, che cantò al festival di Sanremo 2005.

La folla sfida la pioggia e si stringe intorno al cantautore romano ricordato anche da Beppe Grillo, che posta sul suo blog il testo di "Fijo mio". Sono in tanti, così in serata viene deciso di posticipare di un'ora la chiusura della camera ardente. Tra la gente c'è anche la figlia Silvia, che non ha «mai vissuto» con il padre. «Ci siamo frequentati per un periodo - racconta - ma il fatto di non vivere a Roma bensì a Trieste non ci ha aiutato. Ho perso un pò di lui, papà era quello che era, era un artista, un grande poeta, ma non era proprio capace di fare il padre». «Non ha mai conosciuto mia figlia Francesca, che ha 14 anni - aggiunge -. Ho tentato di portarla a conoscere il nonno un periodo, ma lei si vergognava. Di sicuro - conclude - ha perso più lui di me».

«Insieme abbiamo ritrovato la grinta. Quando io ho iniziato ad imitarlo eravamo entrambi in crisi e poi abbiamo superato questo momento», ricorda un commosso Fiorello, tra i tanti a dare l'addio al Califfo, al quale il sindaco Gianni Alemanno intitolerà una strada. Nella folla anche il medico personale dell'artista, Alberto Armellini, che chiarisce: «Non è vero che è morto dopo una lunga malattia, con amici stavamo progettando un viaggio in Polinesia. Non è vero che sia morto di stenti, né che avesse problemi economici», aggiunge.
In Campidoglio anche l'amico di lunga data Edoardo Vianello, che già ieri si era recato nella villa del cantautore ad Acilia, quartiere all'estrema periferia di Roma.

Intanto i sette concerti che Califano aveva in programma per aprile «non sono stati annullati dai teatri, ma diventeranno dei tributi in sua memoria» annuncia Alberto Laurenti, chitarrista e collaboratore artistico del Califfo.

E in occasione, domani, dei funerali di Enzo Jannacci e Franco Califano il Mei-Meeting delle Etichette Indipendenti chiede che «i grandi network tv e radio pubblici e privati, con particolare riferimento ai grandi network radio privati, omaggino i due grandi artisti diffondendo agli ascoltatori le loro grandi canzoni». Spesso, infatti, sottolinea il Mei, «grandi artisti come Jannacci e Califano vengono emarginati dai palinsesti delle playlist radiofoniche. Domani sia l'occasione per ricordarli nel modo migliore: programmando le loro migliori canzoni per il pubblico più vasto traendole da due grandi e lunghe carriere artistiche».

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