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Questo articolo è stato pubblicato il 10 aprile 2013 alle ore 19:22.

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OSAKA_ Il Gran Teatro La Fenice di Venezia ha iniziato stasera al gran completo la sua tournée in Giappone con un trionfo al concerto di gala che ha inaugurato la nuova Festival Hall da 2.700 posti, tutti esauriti: tra sinfonie rossiniane, duetti pucciniani e cori verdiani è andata in scena una ennesima testimonianza della passione per la musica e la cultura italiana del pubblico giapponese, al quale il maestro coreano Myung-Whun Chung ha concesso nel finale il bis del "Va pensiero".

Tra i circa 250 italiani della spedizione nel Sol Levante – tra orchestrali, cantanti, tecnici e dirigenti – serpeggiano timori per la crisi nella penisola nordcoreana: dopotutto, batterie di missili antimissile Patriot sono stati piazzati persino nel centro di Tokyo e il quotidiano dei lavoratori nordcoreano ha minacciato oggi di rappresaglie le maggiori città giapponesi. "Non lo nascondiamo, i timori ci sono, specie per chi ha famiglia", dice il tenore Massimiliano Pisapia, star della serata assieme alla soprano Carmen Giannattasio, la quale si ricorda dei giorni drammatici del marzo 2011 (terremoto, tsunami, crisi nucleare) passati con il Maggio Musicale Fiorentino nei pressi di Tokyo in attesa del rimpatrio.
Ma Chung infonde fiducia. "La pace vincerà con la musica: resto convinto della possibilità di riproporre il progetto di una orchestra congiunta di musicisti coreani del Nord e del Sud", ha detto al ricevimento dopo il concerto, tenuto al 37esimo piano del palazzo che sormonta il teatro e da lunedì scorso ospita anche il consolato generale d'Italia (che ha anche una nuova guida nel diplomatico Marco Lombardi). Chung era riuscito a portare l'anno scorso musicisti nordcoreani a Parigi, ma il suo piano ambizioso per un'orchestra mista si è presto arenato.

E non demorde nemmeno ora che le relazioni bilaterali sono al punto più pericoloso da molti anni. Anche il sovrintendente Cristiano Chiarot è più che sereno: "Andare a Pyongyang come fece la New York Orchestra? Se la situazione si chiarisse, perché no?", afferma. Del resto, la storica visita dell'orchestra newyorchese fu resa possibile grazie al'intervento indiretto di denaro italiano: a pagare fu la mecenate Yoko Nagae Ceschina. Gli orchestrali non devono comunque allarmarsi, visto che è difficile che si trovi in Corea del Nord un sponsor tanto generoso come l'Asahi Shimbun, che ha sborsato circa 4 milioni di euro per l'organizzazione (e ha già versato al teatro l'80% dell'importo contrattuale dovuto: altro che tempi di pagamento delle amministrazioni italiche…).
C'è anche il sindaco di Venezia a fare la sua parte in senso rassicurante: Giorgio Orsoni ha confermato la sua prevista partecipazione alla prima parte della tournée _ assieme a una delegazione di imprenditori _ anche per evitare che una sua defezione potesse allarmare musicisti e tecnici del teatro. In questi giorni a Osaka è l'intero sistema-Venezia che si propone e spera in ricadute di business anche al di là del turismo. Avanti tutta con l'Otello, che sarà riproposto a Nagoya e Tokyo.

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