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Questo articolo è stato pubblicato il 14 aprile 2013 alle ore 20:18.

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L'idea di affidarmi alla strada in un lungo viaggio in bicicletta già albergava nella mia mente da quando ebbi l'occasione di passare un po' più di tempo con David, padre di un mio carissimo compagno di vita. Lui, londinese fricchettone sopravvissuto alla swinging London degli anni 60, è un personaggio pieno di storie da raccontare. Come quella volta in cui accecato da un impeto d'amore e di ammirazione per l'esiliata San Suu Kyi cercò di attraversare a nuoto il fiume che lo separava dalla casa in cui la donna si trovava imprigionata da anni. David in Birmania ci era arrivato pedalando da Londra.

Ormai la strada si era impadronita della sua anima e gli aveva insegnato a vivere ogni istante con presenza, passione e libertà, nella loro manifestazione più pura. Questi racconti mi hanno permesso di identificare un desiderio, che non ero ancora stato in grado di capire fino in fondo: avevo bisogno di vivere la vita in modo più autentico, ritrovando quei valori, oggi scomparsi, che una volta ci permettevano di vivere la nostra vita con qualità, e comprendevo per la prima volta l'enorme fascino che la strada esercitava su di me.

Le scelte prese fino a quel momento mi avevano dato una laurea in Bocconi e prospettive di carriera garantite. Il mio futuro mi sembrava già scritto, prevedibile, senza sorprese e soprattutto aveva come unico fine la massimizzazione dei profitti. Questo era incompatibile con i miei progetti di vita e decisi dunque di rinunciarvi. Iniziai a dedicarmi alla ricerca di uno stile di vita alternativo: per due anni ho viaggiato per l'Europa lavorando come volontario in vari progetti che promuovono una cultura di solidarietà, rispetto e sostenibilità. Avevo trovato i valori che stavo cercando, però la mia forte attrazione per la strada era sempre presente.

La motivazione non mancava quindi, il resto è venuto da sé: mi sono bastati una bicicletta e qualche persona che credesse in me, per dare vita al mio progetto. I primi di maggio partirò per un giro intorno al mondo con il mezzo sostenibile per eccellenza, la bicicletta. Ciò che renderà quest'avventura diversa da un qualsiasi altro giro in bicicletta intorno al mondo sarà lo spirito: nell'ottica di voler promuovere l'interazione solidale tra le persone, infatti, ho deciso che durante il viaggio vivrò il più possibile affidandomi alla solidarietà della gente: no soldi, no ristoranti, no alberghi. Questo potrà avvenire in modo del tutto imprevisto, oppure più programmato, appoggiandomi ad alcune delle molteplici reti di ospitalità presenti nel web, come Couchsurfing, Warmshowers o WWOOF, per citare le più famose.

Altra caratteristica molto importante sarà la volontà di ridurre al minimo l'impronta ecologica. Per questo motivo, il viaggio sarà un inno alla sobrietà, intesa come soddisfazione dei bisogni strettamente essenziali e quindi riduzione al minimo dell'utilizzo ingiustificato di risorse: no a Computer, no a GPS, no a Smartphone. Viaggerò leggero, solo una macchina fotografica e un vecchio telefono, che utilizzerò per le emergenze, concentrandomi sui luoghi e intrattenendomi con gli stimoli immediati e il mondo tangibile che mi circonda.

Inoltre, l'elemento focale del viaggio sarà un frullatore, rigorosamente alimentato a pedali, che utilizzerò per fare frullati di stagione (dove possibile!) da offrire alla gente in cambio di un qualsiasi contributo. In modo leggero e divertente, quindi, questo strumento racchiuderà al suo interno tutte le funzioni di questo viaggio: stimolare l'interazione solidale tra le persone tramite la promozione di una cultura rispettosa dell'ambiente.

Nonostante l'utilizzo molto limitato che faro della tecnologia, ho comunque deciso di creare un blog per tenere aggiornato chiunque mi voglia seguire con foto e racconti della mia avventura. Questo blog verrà creato in collaborazione con Terra Nuova, principale magazine italiano che tratta il tema dell'eco-sostenibilità e verrà pubblicato direttamente nella Home Page.

In questo viaggio mi accompagnerà come sponsor Arbos, azienda italiana produttrice di articoli da cartoleria prodotti con materiale riciclato e molto attenta all'impronta ecologica. Sponsor tecnici: BressanBike, una piccola ma rinomata azienda di biciclette speciali che produce in Italia e che mi ha fornito la mitica bici "Terranova"; Salice, azienda che produce caschi e occhiali da bici hi-tech tutti made in Italy; Sigg, azienda svizzera che produce borracce in alluminio riciclabile eco, simbolo del consumo consapevole e Patagonia, azienda internazionale di abbigliamento tecnico che ha come principio fondante la salvaguardia dell'ambiente.

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