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Questo articolo è stato pubblicato il 19 aprile 2013 alle ore 14:45.

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L'Italia punta su Sorrentino: l'ultima fatica del regista partenopeo, «La grande bellezza», è uno dei titoli più attesi del prossimo Festival di Cannes, in programma dal 15 al 26 maggio. In lizza per l'ambita Palma d'Oro, «La grande bellezza» vede Toni Servillo (alla quarta collaborazione con Sorrentino) vestire i panni di Jap Gambardella, un giornalista di successo impegnato a districarsi tra gli eventi mondani della Roma contemporanea: una sorta di «La dolce vita» del nuovo millennio con cui l'autore cercherà di bissare il successo de «Il divo» (Premio della Giuria a Cannes 2008).

Il cinema di casa nostra sarà rappresentato anche da Valeria Golino con «Miele», il suo esordio dietro la macchina da presa proposto all'interno della sezione Un Certain Regard, da Valeria Bruni Tedeschi (sorella di Carla, nata a Torino ma naturalizzata francese da diversi anni), in concorso con «Un Château en Italie», una produzione transalpina dal sapore autobiografico, e da Roberto Minervini con «Stop the Pounding Heart», inserito tra le Proiezioni Speciali.

All'interno della competizione principale è particolarmente nutrita la presenza di pellicole a stelle e strisce con un poker di firme di prim'ordine: i fratelli Coen con «Inside Llewyn Davis», incentrato sulla scena folk newyorkese degli anni ‘60, Alexander Payne con «Nebraska», Steven Soderbergh con «Behind the Candelabra» e, soprattutto, James Gray con «The Immigrant», storia ambientata nel mondo del burlesque con Jeremy Renner, Joaquin Phoenix e Marion Cotillard.

Per quanto riguarda il cinema europeo c'è grande fermento per «Venus in Fur» di Roman Polanski, ispirato all'omonimo spettacolo teatrale scritto da David Ives, e per «Only God Forgives» di Nicolas Winding Refn, di ritorno sulla Croisette dopo il Premio per la miglior regia ottenuto al Festival del 2011 con «Drive».

I padroni di casa punteranno in particolare su «Jimmy P.» di Arnaud Desplechin, con Benicio Del Toro e Mathieu Amalric, e su «Jeune et jolie» di François Ozon, regista in questi giorni nelle nostre sale con «Nella casa».

La giuria, capitanata da Steven Spielberg, sarà chiamata a valutare anche gli ultimi lavori dell'iraniano Asghar Farhadi («Le passe»), del ciadiano Mahamat Saleh-Haroun («Grisgris») e del tunisino Abdel Kechiche («La vie d'Adele») oltre a tre, importanti, pellicole provenienti dall'estremo oriente: «Wara no tate» di Takashi Miike, «Tian Zhu Ding» di Jia Zhang-ke e «Soshite Chichi ni naru» di Hirokazu Kore-eda.

Fuori dalla competizione principale trovano spazio altri nomi di grande rilievo: oltre al già annunciato «Il grande Gatsby» di Baz Luhrmann, film d'apertura della kermesse con Leonardo Di Caprio e Carey Mulligan, non si possono trascurare «Blood Ties» di Guillaume Canet e «Blind Detective» di Johnnie To, inserito tra le proiezione di mezzanotte.

Ad aprire la sezione «Un Certain Regard» sarà «The Bling Ring», nuova prova dietro la macchina da presa di Sofia Coppola, dopo la vittoria del Leone d'Oro alla Mostra di Venezia 2010 con «Somewhere». Nello stesso gruppo trovano posto «Les Salauds» di Claire Denis, «L'image manquante» del cambogiano Rithy Panh, il vincitore del Sundance «Fruitvale» di Ryan Coogler e «As I Lay Dying» dell'instancabile James Franco.

Il grande escluso? Jim Jarmusch, dato tra i papabili della vigilia, con il suo «Only Lovers Left Alive» che, a questo punto, ci auguriamo possa essere tra i grandi protagonisti della prossima Mostra di Venezia.

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