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Questo articolo è stato pubblicato il 19 aprile 2013 alle ore 15:01.

Il Platinum Grand Prize va all'Argentina: il premio più importante del Future Film Festival 2013 è stato vinto a sorpresa da «Ánima Buenos Aires», opera prima di María Verónica Ramírez.
L'autrice, dopo una carriera passata a produrre e realizzare cortometraggi d'animazione, ha sbaragliato la concorrenza grazie al suo stile sperimentale, in cui varie tecniche tradizionali (dal collage alla stop-motion) si mescolano per dar vita a un prodotto dai toni surreali e poetici. Diviso in quattro episodi, «Ánima Buenos Aires» racconta diversi luoghi della capitale argentina, con la musica (in particolare il tango) assoluta protagonista.
Sempre in concorso, menzione speciale della giuria al toccante «Consuming Spirits» dell'americano Christopher Sullivan. Già presentato in altre kermesse internazionali, «Consuming Spirits» narra le vicende di tre curiosi personaggi di una piccola e degradata cittadina: come per «Ánima Buenos Aires» è stata premiata un'animazione vintage, decisamente distante dalla computer grafica e dagli effetti digitali a cui siamo sempre più abituati.
I film più attesi
Fuori concorso, tra le visioni più significative del festival svetta «Le streghe di Salem» di Rob Zombie, in uscita il 25 aprile nelle nostre sale.
Ambientato ai giorni nostri a Salem, città famosa per uno storico processo alle streghe del 1692, il film ha come protagonista Heidi, una dj appassionata di musica rock e metal che lavora per un'emittente radiofonica locale. Un giorno riceve un misterioso disco in vinile spedito dai "lords": la ragazza inizialmente pensa si tratti di una band in cerca di successo, ma una volta ascoltata la musica si ritroverà catapultata in un mondo che si credeva sepolto per sempre.
Dopo alcuni progetti su commissione, seppur svolti egregiamente, Rob Zombie ha ottenuto finalmente piena libertà creativa per «Le streghe di Salem» e il risultato è all'altezza delle più rosee aspettative.
Con una regia maestosa nel suo ostentato barocchismo, Zombie costruisce un film rigoroso, stupefacente e ricco di citazioni, che lo conferma come uno dei talenti più cristallini del cinema horror contemporaneo.
Molto meno coinvolgente è «La casa» di Fede Alvarez, remake dell'omonimo film di Sam Raimi del 1981. La trama è pressoché la stessa, con minime variazioni legate alle relazioni interpersonali tra i cinque ragazzi protagonisti: arrivati in una remota casa di montagna, i giovani troveranno un misterioso libro in grado di riportare in vita temibili spiriti maligni. Rispetto alla deriva gore e grottesca della pellicola originale, questo rifacimento si mantiene più convenzionale per tutta la durata, prendendosi troppo sul serio e rivelandosi incapace di divertire come avrebbe voluto. Pochi spaventi e tanti sbadigli per un'operazione di cui non si sentiva davvero il bisogno.
Altre delusioni vengono da «Hansel & Gretel – Cacciatori di Streghe» di Tommy Wirkola e da «Painted Skin: The Resurrection» del cinese Wuershan. Il primo è una pacchiana rivisitazione della fiaba classica, ridondante nella narrazione e alla soglia dell'amatoriale per quanto riguarda il trucco e gli effetti speciali; il secondo un fantasy ad alto budget, che soffre di scarse invenzioni registiche e di una durata eccessiva (130 minuti).
Infine, da segnalare il divertente «Monsters & Co.» in versione 3d (il film del 2001 è stato riconvertito in stereoscopia dalla Pixar negli scorsi mesi), gustoso antipasto dell'attesissimo prequel «Monsters University», che esordirà nelle sale americane a fine giugno.
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